Silicon Box, maxi-investimento per una fabbrica di chip in Italia. Cosa fa la startup di Singapore
di Francesco Bertolino
Silicon Box (come anticipato nei giorni scorsi dal Corriere) investirà in Italia 3,2 miliardi di euro per un nuovo impianto produttivo primo nel suo genere in Ue. Ad annunciarlo Adolfo Urso, ministero delle Imprese e del Made in Italy, e Byung Joon Han, co-fondatore e ceo di Silicon Box, che hanno chiuso così l’accordo. L’obiettivo è servire clienti in tutta Europa.
di Francesco Bertolino
La società con sede a Singapore è specializzata in tecnologie chiplet integration, advanced packaging e test avrà a regime 1.600 posti di lavoro. I chiplet sono minuscoli componenti (più piccoli di un virus) che svolgono ciascuno una funzione specifica e possono essere assemblati come mattoncini di Lego per assolvere compiti complessi. I chiplet sono la frontiera dell’innovazione e promettono un incremento della capacità computazionale, un minor consumo di energia e una maggior adattabilità alle esigenze delle aziende clienti. La produzione contribuirà alla domanda di assemblaggio di semiconduttori per nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell'intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici.
di Redazione Economia
Ancora non è stata rivelata la sede della nuova fabbrica. In lizza ci sono Piemonte, Lombardia e Veneto, le stesse località che in passato erano pronte a ospitare l’investimento, poi sfumato, dell’americana Intel. Al momento, stando alle voci che circolano fra gli addetti ai lavori, il Piemonte sarebbe in vantaggio sulle altre regioni. Lo stabilimento di Silicon Box potrebbe sorgere nell’area di Novara che presenta diversi vantaggi dal punto di vista industriale e logistico.
Sotto il primo profilo, la zona è densa di aziende della microelettronica e offre dunque un terreno fertile dal punto di vista professionale e tecnologico. Sotto il secondo aspetto, il novarese si trova al centro di uno snodo ferroviario dove — perlomeno sulla carta e nel lungo termine — dovrebbero incrociarsi i corridoi Genova-Rotterdam, Palermo-Berlino e Lisbona-Kiev.
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