Inter, Calhanoglu come Pirlo e Modric: i segreti del centrocampo con Barella e Mkhitaryan

Ciak, si gira. � buona, molto buona, la prima puntata della fuga scudetto dell’Inter: merito dello sceneggiatore Inzaghi, ma anche del regista in campo Calhanoglu, che domenica a San Siro ha fatto un altro passo deciso nel club dei pochi eletti in cui � entrato un anno e mezzo fa, quando � stato spostato nel cuore del gioco interista per l’infortunio di Brozovic. E quel cuore l’ha fatto battere in modo diverso, con classe, ritmo, quest’anno anche con un piglio difensivo pi� duro, come fanno quelli che non mollano niente, perch� �non abbiamo ancora finito� come ha scritto il turco dopo la vittoria sulla Juve. Calha come Modric, come Pirlo o Xabi Alonso, come quelli che vedono autostrade dove gli altri scorgono vicoli. Accompagnato dall’esperienza e dalla classe di Mkhitaryan e dall’elettricit� di Barella, che domenica ha trovato il tocco di fino nell’azione decisiva.

Allegri invece non ha creato anticorpi sufficienti contro il centrocampo interista e si � consegnato al dominio tecnico del numero 20, autore di 100 passaggi, con diversi colpi d’alta scuola, alcuni anche di esterno, frutto della sua visione superiore ma anche della capacit� dei compagni di farsi trovare al posto giusto e coi tempi giusti. Perch� questa Inter, soprattutto quando � a pieno regime, � una macchina che viaggia a memoria, con un’organizzazione e una maturit� ormai consolidate, capace di andare sempre a segno in A e di farlo con 13 marcatori differenti. E alle giocate codificate, provate e riprovate, che portano tanti giocatori in avanti, la squadra di Inzaghi aggiunge quella dose di imprevedibilit� e fantasia che la rende quasi impossibile da maneggiare, almeno in Italia. E al centro di tutto c’� Hakan, che significa �sovrano�.

La �Calhacrazia� � cominciata l’1 ottobre 2022 contro la Roma a San Siro, una sconfitta immeritata: pochi giorni dopo l’ex milanista arrivato all’Inter a parametro zero ha deciso con un tiro radente dal limite la sfida con il Barcellona, risultata poi decisiva per il cammino in Champions. Se lo scudetto della seconda stella � l’obiettivo dichiarato, non � facile ripetere un cammino europeo come quello della scorsa stagione, a cominciare dalla doppia sfida contro l’Atletico (20 febbraio-13 marzo).

Per� con questo trio di centrocampo, con una riserva come Frattesi (alle prese con un leggero risentimento) e con tutto quello che Inzaghi ha costruito attorno, non sarebbe giusto mettere dei limiti. �L’Inter pi� bella degli ultimi anni? S� — ha detto ieri Marco Tronchetti Provera, vice presidente esecutivo di Pirelli a La Politica nel Pallone — . Mi ricorda il Barcellona, che giocava a memoria. Per un tifoso come me, vedere l’Inter giocare come ha fatto contro la Juve, che non va sottovalutata, � una cosa che rimane negli occhi�.

Prima dell’Atletico ci sono la Roma, con Inzaghi furente per il giallo che gli far� saltare la sfida per squalifica e poi la Salernitana nel derby di famiglia fra i due allenatori. Tra andata e ritorno di Champions l’Inter andr� a Lecce, poi avr� il recupero con l’Atalanta (partita rinviata per la Supercoppa), il Genoa e il Bologna: �Non abbiamo ancora vinto nulla, ma i numeri non mentono — dice l’a.d. Marotta a Dazn — . Non ricordo una differenza reti di 41 gol dopo 23 giornate, ma dobbiamo continuare. E sono convinto che le insidie pi� grandi le troveremo con le provinciali�.

Inzaghi dovr� dosare le energie, anche quelle di Calha, che con Lautaro � l’unico insostituibile: il riposo forzato a Firenze (era squalificato come Barella) ha consegnato a Inzaghi un regista tirato a lucido e ispiratissimo. Uno che non ha ancora finito il lavoro. Anzi, forse lo appena iniziato.

Corriere della Sera � anche su Whatsapp. � sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati.