
Giovanni Allevi, dalla malattia a Sanremo la battaglia di un guerriero della musica
Pianista dallo stile inconfondibile, compositore, direttore d’orchestra e scrittore, Giovanni Allevi sarà presto il super ospite della seconda serata del Festival di Sanremo: un ritorno sulle scene molto atteso, dopo mesi di lontananza a causa di un mieloma multiplo che rivelò a giugno 2022. “Un passo alla volta, eroicamente, sto uscendo dall’inferno” aveva scritto qualche tempo fa sui social aggiornando i fan sulle sue condizioni di salute e, ora, “il Mozart del nuovo millennio” è pronto a riabbracciare ufficialmente il pubblico. Dal cui cuore non se n’era mai effettivamente andato.

Marchigiano classe 1969, formatosi presso i conservatori Francesco Morlacchi di Perugia (diploma in pianoforte nel 1990) e Giuseppe Verdi di Milano (diploma in composizione nel 2001), l’Università degli Studi di Macerata (110/110 e lode in filosofia nel 1998) e pure con il servizio militare nella Banda nazionale dell’Esercito Italiano, la sua carriera inizia nel 1997 con la pubblicazione dell’album 13 dita sotto l’etichetta Soleluna di Jovanotti in collaborazione con Universal Italia dopo un incontro con Saturnino Celani, bassista di Jova.
'Hope', con il pianoforte e il canto Giovanni Allevi illumina il Natale

Portatore sano di uno stile diverso e tutto suo di fare musica, Allevi “è responsabile di un profondo rinnovamento della musica colta, riportando l’arte della composizione all’attenzione delle nuove generazioni”, come si legge nella sua biografia. Ma se sulla carta il compositore potrebbe sembrare freddo e altero, di persona la storia (proprio come la musica dopo il suo arrivo) cambia. Alto, magro e capellone, caratteristiche fisiche che lo rendono originale anche quando non suona, nel corso degli anni ha avuto modo di farsi conoscere con svariate interviste, avvicinando ancora di più il grande pubblico alla sua produzione e alla sua persona.

Dodici album in studio, cinque raccolte, due live, esibizioni sui palchi delle più importanti sale da concerto del mondo, dalla Carnegie Hall di New York al Teatro alla Scala di Milano, fino all’Auditorium della Città Proibita di Pechino. Nominato cavaliere della Repubblica italiana per meriti artistici e culturali, è Stella d’oro al Valor Mozartiano, Premio Falcone e Borsellino e Ambassador di Save the Children, oltre ad avere un asteroide, “giovanniallevi111561”, nominato in suo onore dall’Agenzia spaziale americana Nasa. “Io continuo a sentirmi inadeguato” aveva però confessato qualche tempo fa a Oggi è un altro giorno su Rai 1, “Ma non solo, vorrei davvero essere il simbolo, la rivincita e la riscossa per tutto un popolo di inadeguati, di gente che non dorme la notte, di ansiosi, di gente che vive il panico, di simpatici squilibrati. La mia psicoterapeuta dice che tutto il successo che ho ottenuto, e che vivo anche come una colpa, probabilmente è una sorta di rivalsa nei confronti di questo senso di inadeguatezza che comunque non mi ha mai abbandonato”.

Attivo pure nella letteratura con la pubblicazione di ben sette opere, Allevi è di certo uno dei personaggi italiani di maggior successo. Ma con una precisazione: “Se per successo intendiamo il riscontro esterno, questo genera ansia” ha spiegato. “Invece il successo per me significa riuscire ad assecondare il proprio desiderio interiore, cioè sentire di più quello che vuole dire la voce del nostro cuore e preoccuparsi di meno del consenso esterno. Se questo è il successo, allora è la felicità di tutti”. E la felicità di tutti avverrà di certo il prossimo 7 febbraio, quando finalmente tornerà sul palco: “Sono profondamente grato, chissà che emozione tornare a suonare di nuovo per il pubblico” ha commentato dopo l’annuncio di Amadeus. “E avrò anche la grande responsabilità di lasciarvi una riflessione nel mezzo della battaglia contro la malattia, non ancora del tutto vinta. Sarò la voce di tanti guerrieri che affrontano la sofferenza portando in fondo al cuore un forte attaccamento alla vita”.