
Eventi pubblici, istituzioni e chiese, in Italia un piano di controlli rafforzati contro la minaccia Isis
Prevenzione. Se l’Europa si trova, un’altra volta dopo la stagione degli attentati del 2014-2016, a fare i conti con la paura dell’Isis, l’Italia punta ancora una volta su quella strategia che ha consentito al nostro Paese di restare sostanzialmente indenne dalla follia terroristica. Le nostre forze di Polizia, il Viminale, i Servizi, seguono da mesi – come ha spiegato l’Autorità delegata, Alfredo Mantovano – le cellule dormienti potenzialmente pericolose. E provano ad anestetizzarle con gli strumenti che la nostra legislazione permette: l’espulsione.

Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre, a oggi, sono stati espulsi per motivi di sicurezza 47 persone, 23 delle quali soltanto nel 2024. Si tratta di soggetti che, ritenuti “potenzialmente pericolosi sulla base di esigenze investigative”, prima ancora che possano colpire vengono allontanati d’urgenza dal Paese con un provvedimento amministrativo. Nel 2023 sono stati espulsi in 77 - la maggior parte dei quali tunisini (42) e marocchini (14). Mentre nel 2022 erano stati 79. Le informazioni a loro carico sono di natura giudiziaria o arrivano dall’intelligence che ha una mappa «dei soggetti a rischio – si legge nell’ultima informativa – per background, vicende giudiziarie o comunque sono segnalate in ambito di cooperazione internazionale per profili di pericolosità». Esiste poi un controllo continuo dei foreign fighters, cittadini italiani o che in qualche maniera hanno avuto a che fare con il nostro Paese, che nel corso degli anni sono partiti per vivere e combattere sotto l’effigie dello Stato islamico. Secondo le ultime informative sono 149, di cui 39 rientrati.

L’attività di prevenzione del nostro Antiterrorismo – sfruttando le conoscenze, le tecniche e le reti della nostra antimafia – si muovono su più campi. Un tema riguarda le carceri, storicamente il luogo di elezione per le radicalizzazioni. Vengono tenute poi sotto controllo le reti parallele di quei materiali (su tutti i diserbanti agricoli) che vengono “consigliati” su determinati canali on line per realizzare gli ordigni rudimentali. Proprio la rete – si è detto nel Comitato per l’ordine e la sicurezza che si è tenuto ieri al Viminale, davanti al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi – è il posto da tenere maggiormente sotto osservazione. Perché è lì che possono nascere le radicalizzazioni lampo dei lupi solitari – o “cellule dormienti” – in grado di colpire ovunque, dribblando evidentemente ogni possibile attività di prevenzione.

Segnali espliciti non ce ne sono stati. Ma è stato predisposto un piano straordinario di controlli, con il massimo grado di sicurezza: controllati speciali “i luoghi di maggiore aggregazione” oltre alle sedi istituzionali e diplomatiche, luoghi di culto e grandi monumenti.