La moglie di Navalny: «Putin è il responsabile. Questa è la prova della sua brutalità»

DAL NOSTRO INVIATO
MONACO - Yulia Borisovna, la moglie di Alexei Navalny, prende la parola davanti ai politici, ai ministri e agli esperti accorsi a Monaco per la Conferenza sulla sicurezza. Era tra gli invitati, ma certo nessuno pensava che l’ambasciatore Christoph Heusgen, presidente dell’organizzazione, la chiamasse sul palco dell’Hotel Bayerisher Hof, subito dopo Kamala Harris.

La vice presidente degli Stati Uniti aveva iniziato il suo intervento ricordando Alexei Navalny con due frasi secche: �Questo � un’altra prova della brutalit� di Vladimir Putin� e ancora: �Non importa che cosa diranno a Mosca, la Russia � responsabile�.

Yulia, 47 anni, anche lei voce dell’opposizione russa, si presenta sul podio trattenendo l’emozione. Capelli biondi raccolti, la voce � ferma. �Non sappiamo ancora se questa notizia sia vera. In Russia circolano tante bugie. Ma se questa notizia � vera, allora voglio che Putin, i suoi accoliti, i suoi amici, il suo governo sappiano che verranno considerati responsabili per quello che hanno fatto al nostro Paese, alla mia famiglia e a mio marito. Quel giorno arriver� presto�. Lungo applauso dalla platea.

Yulia riprende: �Stavo pensando che cosa fare. Se restare qui o tornare dai miei figli, poi ho immaginato che cosa avrebbe fatto Alexei e sono sicura che sarebbe rimasto�. Infine un appello: �Dobbiamo combattere tutti insieme contro questo regime�.

La notizia della morte di Navalny ha suscitato grande emozione anche a Monaco, concentrando ancora di pi� l’attenzione su Putin. Russia e Iran sono gli unici due Paesi che non sono stati invitati alla Conferenza. Eppure proprio a Monaco, nel 2007, il leader russo tenne uno storico discorso, annunciando la svolta anti-occidentale della sua politica estera.

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