Lampi infiniti al confine Nord, Israele avverte Hezbollah: «Possiamo attaccare Beirut»

di Andrea Nicastro

Si alza il livello dello scontro. Hamas: se noi sconfitti, loro interverranno. Ma Washington prova a frenare entrambe le parti

Lampi infiniti al confine Nord, Israele avverte Hezbollah:  «Possiamo attaccare Beirut»

DAL NOSTRO INVIATO
BEIRUT — La guerra che tutti minacciano, ma che nessuno dice di volere, ha gi� fatto almeno 80 morti pi� un centinaio di feriti e oltre 100mila sfollati. � il fronte Nord di Israele, al confine con il Libano. Nella categoria dei �messaggi al nemico� sono numeri carichi di sangue, nella categoria �battaglie� potrebbe essere molto peggio. Da una parte c’� Israele, dall’altra la milizia sciita Hezbollah, stretta alleata dell’Iran. Entrambi dispongono di arsenali imponenti. Israele pu� �fare a Beirut quello che sta facendo a Gaza� (ministro della Difesa israeliano), la Radio militare di Tel Aviv avverte che �� pronto un attacco in piena forza contro il Libano�.

Dal canto suo il Partito di Dio libanese non ha aviazione, tank, elicotteri, ma pu� comunque scatenare una pioggia di 150mila missili pi� sofisticati e potenti di quelli che lancia Hamas e che gi� stanno costringendo Israele nei rifugi. L’apertura del fronte libanese sarebbe per Israele un problema importante. Per il Libano allo stremo dal punto di vista economico, senza neppure i soldi per far funzionare le centrali elettriche, sarebbe un disastro. Israele pu� distruggere, ma non conquistare. Hezbollah non pu� sconfiggere, ma fare molto male s�.

Per il momento, le due parti rimangono all’interno di regole non scritte che si sono date dall’8 ottobre. Missili, droni, granate da mortaio, colpi d’artiglieria, incursioni aeree, Israele ed Hezbollah si buttano di tutto addosso, ma lo fanno in un raggio abbastanza contenuto dal confine. Questo traffico di ordigni passa sopra i 10.500 caschi blu dei soldati Onu. La missione Unifil dal 1978 � sul confine per �monitorare la fine delle ostilit� e assistere il �governo libanese a controllare l’area� in modo che altre milizie (come Hezbollah) non possano farne una base per attacchi ad Israele. A giudicare dall’ultimo mese, una missione fallita. In realt� i 10mila caschi blu sono una delle ragioni per cui le sparatorie non diventano guerra. Israele e Libano non hanno relazioni diplomatiche. Israele ed Hezbollah non si parlano se non attraverso l’Unifil. Se vogliono mantenere un livello contenuto di violenza l’Onu � indispensabile.

�Adesso sicuramente la tregua non esiste — ammette con il Corriere lo storico portavoce Unifil, Andrea Tenente —. Il conflitto rimane localizzato, ma gli scontri si intensificano. C’� ancora un interesse nel comunicare attraverso di noi, segno della fiducia nella nostra imparzialit�, ma l’errore, e quindi un escalation, � sempre dietro l’angolo�.

Hezbollah � un altro nemico giurato di Israele che come Hamas non riconosce il diritto ad esistere dello Stato ebraico. � una milizia che ormai controlla la maggior parte delle istituzioni libanesi. Il caso Hezbollah � unico al mondo: un gruppo armato (che esprime un partito di governo) in grado di dichiarare guerra ad un altro Stato. Gli ultimi due discorsi del suo capo, Hassan Nasrallah, sono stati ascoltati dal Paese con il fiato sospeso. Per il momento, ha detto il leader, niente guerra aperta, ma le cose possono cambiare per due ragioni. La prima se �non si ferma il massacro a Gaza� (un rappresentante di Hamas si � detto certo che solo la totale sconfitta palestinese convincerebbe Hezbollah), la seconda, �se Israele dovesse alzare il livello del confronto�.

Ed il livello si sta alzando. Solo ieri almeno 50 diversi attacchi. Un civile libanese e un colono israeliano uccisi. Hezbollah rivendica la morte di due soldati israeliani, Tel Aviv parla di due miliziani messi fuori combattimento. Per i media israeliani �� stato il giorno pi� rovente al Nord� e Netanyahu ha minacciato: �Chi pensa di estendere gli attacchi gioca con il fuoco�. A frenare entrambe le parti � Washington. Un allargamento del conflitto rischierebbe di provocare l’intervento Usa in difesa di Israele con effetti disastrosi sull’opinione pubblica nella regione e in America.

14 novembre 2023 (modifica il 14 novembre 2023 | 07:13)

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