Schlein si candida e divide il Pd. L’attacco di Prodi e Conte: «Così si ingannano gli elettori»

diMaria Teresa Meli 

La segretaria capolista al centro e nelle isole. Il professore: queste scelte dei leader ferite per la democrazia

Elly Schlein vorrebbe fare come Giorgia Melonivorrebbe mettere il suo nome nel simbolo. E alla Direzione del Pd fa avanzare questa proposta al presidente del partito. Con un sottinteso: o accettate il mio nome nel simbolo elettorale, oppure mi candido in tutti i collegi. Deciderà lei entro oggi pomeriggio, termine ultimo per il deposito del logo elettorale. E alla fine, anche se la spunterà lei, è ovvio che la campagna elettorale dei dem non comincia nel migliore dei modi.

Alla Direzione la segretaria presenta la sua come una «candidatura di servizio». Spiega che non andrà a Bruxelles, resterà a Roma «a confrontarsi con Giorgia Meloni e le scelte scellerate del governo». Romano Prodi, ospite di Repubblica, non apprezza affatto: «Non mi dà retta nessuno. Chiedere agli elettori di dare il voto a una persona che di sicuro non ci va a Bruxelles è una ferita alla democrazia», dice: E Giuseppe Conte cannoneggia: «I leader che si candidano ingannano gli elettori».

Schlein ci tiene al suo nome nel simbolo perché sa che queste Europee per lei sono importanti. Oggi in una diretta Instagram dirà quello che pensa sull’argomento, nel giorno della Direzione lascia sfogare umori e malumori. Per lei il logo con il suo nome, una prima in assoluto, significa consacrare o meno la leadership. È vero che Walter Veltroni alle prime elezioni del Pd mise il suo, di nome, sotto il simbolo, ma erano Politiche, e mettercelo significava candidare indirettamente il presidente del Consiglio.

Per il resto, Schlein concede alle correnti: lei sarà capolista solo nelle Isole e al Centro, mentre al Nord-Ovest candida in prima posizione Cecilia Strada, una civica scelta da lei, e nel Nord-Est Stefano Bonaccini, il presidente del partito. Nelle liste, limitandosi alle prime posizioni, nel Nord-Ovest nella seconda casella c’è Brando Benifei, della sinistra interna, capodelegazione uscente a Bruxelles. Quindi Irene Tinagli, di Base riformista. 

A seguire Alessandro Zan, vicinissimo alla segretaria, che è l’unico oltre a lei ad essere candidato anche in un’altra circoscrizione, nel Nord-Est. Dove il capolista è il presidente del partito e governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, quindi Annalisa Corrado, collaboratrice di Schlein, e a seguire l’ex segretario della Spi Cgil Ivan Pedretti. Poi Elisabetta Gualmini, europarlamentare uscente, dell’area Bonaccini, e di nuovo Zan. Al Centro Schlein capolista e dopo di lei Nicola Zingaretti, l’uscente Camilla Laureti, l’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, l’europarlamentare uscente Beatrice Covassi, dopodiché il sindaco di Firenze Dario Nardella

Al Sud Lucia Annunziata è capolista, a seguire il sindaco di Bari Antonio Decaro, la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, in quota Bonacccini, quindi Sandro Ruotolo, vicino a Schlein, che incassa subito dopo anche l’ex sardina Jasmine Cristallo. La spunta anche Lello Topo, signore delle tessere campano, in quota Bonaccini, sponsorizzato da Vincenzo De Luca: mister 100 mila preferenze. Nelle Isole di nuovo Schlein capolista, il senatore Antonio Nicita, la giornalista Lidia Tilotta, l’europarlamentare uscente Pietro Bartolo, quindi l’unica candidata sarda, Angela Quacquero, e infine l’ex deputato del Pd Giuseppe Lupo.

Igor Taruffi, responsabile organizzazione del Pd, fedelissimo di Schlein, legge le liste e avverte: «Andrà fatto qualche aggiustamento e daremo mandato alla segretaria per farlo». La Direzione vota, ma nella platea circola lo stesso interrogativo: «Che altro si inventerà Elly?».

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21 aprile 2024

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