Caos nella destra francese, il leader gollista manda in crisi il partito annunciando l'accordo con Le Pen. E Marion «gela» la zia

diStefano Montefiori 

Rivolta nei Républicains contro il presidente Ciotti. Troppo identitario e anti-immigrati per rappresentare davvero l’eredità politica condivisa. Ma il tempo prima del voto è poco, grande il caos

Zemmour, Bardella, Le Pen, Ciotti

Zemmour, Bardella, Le Pen, Ciotti

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 
PARIGI - Da mesi la linea politica di Eric Ciotti, presidente dei Républicains, era indistinguibile da quella di Marine Le Pen o ancora di più di Eric Zemmour, a colpi di lotta al «politicamente corretto», alla «grande sostituzione» e in favore della «preferenza nazionale», tutti cavalli di battaglia del Rassemblement national e di Reconquête (il partito di Zemmour). Ma quando ieri al tg delle 13 ha annunciato «l’alleanza con il Rassemblement national e i suoi candidati», Ciotti ha provocato un terremoto, secondo solo alle elezioni anticipate indette domenica sera da Macron

Cinquantotto anni, di Nizza, lontane origini trevigiane da parte di padre, Ciotti era atteso al varco da tempo. Troppo identitario e anti-immigrati per rappresentare davvero l’eredità gollista del partito, troppo affascinato dall’Italia e dalla sua unione delle destre, troppo ambizioso per lasciarsi scappare l’occasione di vincere le prossime elezioni e magari conquistare un ministero di peso. 

E infatti, nel partito che ha cambiato tanti nomi ma è pur sempre quello dei presidenti De Gaulle, Pompidou, Chirac e Sarkozy, Ciotti è il primo leader a rompere il «cordone sanitario» anti-Le Pen e a scegliere l’alleanza con il Rassemblement national, che a sua volta ha cambiato nome ma è pur sempre il partito fondato dagli ex collaborazionisti di Petain e dai nostalgici dell’Algeria francese, insomma il partito che almeno alle origini era quello dei nemici di De Gaulle. 

Nel caos di queste ore, dove in neanche tre settimane bisogna trovare alleanze e accordi per non perdere collegi e magari guadagnarne, la mossa di Ciotti ha fatto gridare alla vergogna, tra gli avversari politici e anche nel suo stesso campo. 

Notevole l’azione di Sandrine Rousseau, la molto mediatica deputata ecologista e femminista, che è andata ad affrontare Ciotti davanti alla sede dei Républicains, in rue Vaugirard a Parigi, mentre lui parlava in diretta alle telecamere. «Si vergogni monsieur Ciotti! — ha detto Rousseau entrando dentro l’inquadratura —, lei non è degno del nome scritto sulla facciata del vostro palazzo», poi se n’è andata. 

Ma se l’indignazione della sinistra e anche quella dei macronisti — «Ciotti firma gli accordi di Monaco», dice un altro «italiano», il Guardasigilli Eric Dupond-Moretti — era scontata, la dissociazione dei colleghi di partito è più fastidiosa. Prendono subito la parola i presidenti di regione. Laurent Wauquiez (Rhone-Alpes): «No a un salto nell’ignoto». Xavier Bertrand (Hauts-de-France): «Il Front National (sic) mai, né oggi, né domani, né dopodomani». Poi i capogruppi parlamentari dei Républicains chiedono a Ciotti di andarsene lui dal partito, invece che trascinarlo nel disonore, e alla fine, in serata, secondo i conti di Libération, i deputati anti-Ciotti sono ben 45 su 61. 

Ma il «fronte repubblicano» anti-RN ormai è rotto, Ciotti ha spaccato il partito e provocato una probabile scissione. Nei prossimi giorni proverà comunque a fare cambiare idea ad almeno una ventina di deputati: quanti basterebbero, forse, a conquistare la maggioranza assoluta in caso di nuova, grande vittoria di Bardella e Le Pen. 

Poi c’è lo psicodramma famigliar-politico di Marion Maréchal, che prima annuncia l’accordo del partito Reconquête con il RN di sua zia Marine, poi fa retromarcia: a intesa già siglata, Jordan Bardella le ha chiarito che però Eric Zemmour non poteva farne parte. Troppo estremo, troppo pericoloso, il RN non ha fatto tutta la fatica di sbarazzarsi del fondatore Jean-Marie Le Pen per mettersi in casa un condannato per ingiurie razziste. Marion Maréchal, pur da tempo in rotta con Zemmour, preferisce non abbandonarlo. L’accordo RN-Reconquête salta, almeno per adesso.

12 giugno 2024 ( modifica il 12 giugno 2024 | 08:01)

- Leggi e commenta