Biden tenta il rilancio in campagna elettorale, ma i donatori «congelano» 90 milioni
La condizione per sbloccare la somma: il presidente deve ritirarsi. Dopo il summit Nato e la conferenza stampa, riprende gli eventi in vista del voto
DALLA NOSTRA INVIATA
WASHINGTON — Joe Biden si ritirerebbe dalla corsa per un secondo mandato solo a una condizione: se i suoi consiglieri gli dimostrassero che non può battere Trump. Lo ha detto il presidente stesso, durante l’attesissima conferenza stampa di giovedì sera; ma subito dopo, parlando sottovoce come se stesse rivelando un segreto, ha aggiunto: «Nessuno lo dice. Nessun sondaggio». Biden ha dichiarato anche che, se i delegati alla convention democratica di Chicago in programma a metà agosto decidessero che vogliono un altro candidato, ciò sarebbe «parte del processo democratico»; ma poi, di nuovo sottovoce: «Non succederà».
Il presidente non ha intenzione di ritirarsi: ritiene di essere il candidato più qualificato, anche se «ci sono altre persone qualificate», inclusa la vicepresidente Kamala Harris. Ha difeso strenuamente le proprie condizioni di salute, negando di andare a letto presto o di aver bisogno di un test cognitivo, anche se ha ammesso che dovrebbe riposarsi di più. Ha dato la colpa al suo staff per i troppi impegni che aggiungono («e poi devo vedermela con mia moglie») e ha fatto capire che «parlano troppo» con i media.
I media, per lo più, ritengono che abbia superato il test sottoponendosi alle domande dei giornalisti — soprattutto americani, il Corriere era l’unica testata italiana presente — per circa un’ora al termine del summit della Nato a Washington. Nonostante qualche gaffe (una già nel presentare Zelensky durante l’evento precedente: «Signore e signori, ecco a voi il presidente Putin», anche se si è subito corretto; un’altra all’inizio della conferenza stampa quando ha detto «vicepresidente Trump» anziché Harris), Biden ha dimostrato la sua profonda competenza in politica estera e sicurezza nazionale. Ha fatto persino ridere i presenti, con una battuta: «Il mio tasso di popolarità è più alto in Israele che qui».
Ma il problema non sono solo le gaffe, che Biden faceva anche da giovane («Un lapsus può capitare a tutti», lo ha difeso Macron) e che anche Trump fa spesso (e i sostenitori del presidente accusano i media di non prestarvi abbastanza attenzione). Il problema è che — come diceva ieri alla Cnn il regista Michael Moore — dopo aver visto Biden in condizioni preoccupanti al dibattito contro Trump del 27 giugno, l’elettorato democratico si sente preso in giro dalla Casa Bianca: crede che abbia nascosto le sue vere condizioni di salute (diversi giornalisti americani condividono questa sensazione).
Il problema è che inevitabilmente ci sarà una nuova attenzione a ogni sua parola, a ogni gesto, fino a novembre, anche se non è la prima volta che parla con voce roca o va fuori tema (fu così alla conferenza dello scorso settembre in Vietnam, dopo il G20 in India, dove ammise di essere stanco). Ieri Biden sembrava preoccupato di commettere errori (ripeteva «comunque» ogni volta che voleva tornare al punto). Durante la gaffe sul «vicepresidente Trump», le telecamere hanno inquadrato Antony Blinken e Jake Sullivan: coscienti d’essere ripresi, erano quasi impassibili, ma la preoccupazione era comunque visibile nel battito di ciglia del segretario di Stato e nella mano che il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente si passava nervosamente sotto il mento. Il video ha fatto il giro del web.
Altri quattro deputati democratici hanno chiesto pubblicamente il ritiro di Biden dalla corsa: ora sono 18. Il presidente spera di placare il dissenso e il disagio: ieri ha incontrato tre gruppi di parlamentari, tra cui ispanici e centristi. Ma i critici insistono: alcuni grossi finanziatori del partito hanno congelato 90 milioni di dollari di fondi, a meno che Biden non molli.
Prima che il presidente lentamente uscisse di scena dal palcoscenico della conferenza stampa, un giornalista gli ha fatto notare che aveva confuso Kamala Harris con Trump e che quest’ultimo si stava già facendo beffe di lui sui social. Biden ha risposto sarcasticamente: «Ascoltate lui». Spostare l’attenzione su Trump è proprio quello che Biden cerca di fare, volando in Michigan, uno Stato in bilico cruciale per le elezioni a novembre, dove ieri ha attaccato il rivale.