Uccise la figlia di 3 mesi soffocandola in ospedale, per il padre condanna bis a 29 anni: “Affetto da sindrome di Munchausen”

Condanna bis a 29 anni di reclusione per Giuseppe Difonzo, ritenuto colpevole per l’omicidio volontario di sua figlia Emanuela morta per soffocamento in ospedale a Bari nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016 quando la piccola aveva soli tre mesi.

La sentenza è stata emessa ieri dalla Corte d’Assise d’appello di Bari (presidente Ornella Gozzo, giudice a latere Vito Fanizzi) al termine del giudizio d’appello bis.

Stando a quanto ricostruito dalle indagini, l'imputato avrebbe soffocato la figlioletta durante un ricovero ospedaliero. La piccola era nata nell'ottobre del 2015 ed vi era tornata in numerose occasioni, per 67 giorni complessivi, in circa tre mesi a causa di crisi respiratorie provocate, secondo l’accusa, sempre dal padre. Difonzo infatti avrebbe tentato di ucciderla anche in casa in almeno altre due occasioni.

Secondo le perizie il 36enne è affetto dalla “sindrome di Munchausen per procura”, una patologia psichiatrica che spinge ad attirare l’attenzione su di sé facendo del male ad altre persone. Il nome ‘Munchausen' deriva dall'omonimo barone che era noto per raccontare storie e avventure fantastiche a cui diceva di aver preso parte. da protagonista.

Difonzo era stato condannato in primo grado a 16 anni di reclusione con l’accusa di omicidio preterintenzionale, ipotesi riqualificata nel settembre 2020 dai giudici di appello in omicidio volontario premeditato: ergastolo. Poi, nel marzo 2022, l’annullamento della condanna da parte della Corte di cassazione, la scarcerazione di Difonzo, e il nuovo processo di appello che si è concluso con la condanna a 29 anni (riconosciute le attenuanti generiche).