Leon Marchand vince quattro ori all'Olimpiade di Parigi 2024
Davanti al presidente Macron, in una Defense Arena in delirio, Marchand vince anche i 200 misti, dopo aver conquistato i 400 misti e la doppietta in una sera di 200 farfalla e 200 rana. «Sfrutto l'energia dello stadio»
«Egregio signore, sono un nuotatore francese, mi chiamo Léon Marchand (18 anni). Vorrei iscrivermi all’Università di Arizona State nell’estate 2021 per nuotare e gareggiare in Ncca con la vostra fantastica squadra. Pensate che potrei beneficiare di una borsa di studio? In allegato la mia scheda di presentazione. Grazie per il tempo concessomi. Cordiali Saluti, Léon».
La storia del più grande nuotatore francese inizia così. Con una email inviata (e una risposta repentina) alla casella di posta di Bob Bowman, figura mitologica, l’ex allenatore di Michael Phelps. Adesso Léon Marchand, 22 anni, da Tolosa, è davanti al presidente Macron, in questa vasca realizzata in uno stadio di rugby e trasformata in una bolgia, che fa quattro con le dita, come gli ori che si è messo al collo (solo Phelps e Spitz prima di lui). E Bowman è vicino a lui, a bordo vasca, con la maglia dei Bleus.
Marchand vince il quarto oro: la piscina esplode
C’è stato un momento, ieri sera, che la Francia è stata scossa da un unico filo di corrente elettrica: dal Grand Palais della scherma, dove per qualche secondo è stata interrotta la sfida in corso dalle urla del pubblico, al centrale del Roland Garros, alle fan zone in giro per la città, che sembrano piazze in festa per la vittoria dei Mondiali di calcio. Mai visto niente di simile per un nuotatore.
Solo che il nuotatore è Marchand, l’uomo «che fa sorridere anche i parigini» (sentita alla tv francese), il poster perfetto di un’Olimpiade che ai francesi dice sempre meglio (pochi minuti prima, la festa per il bronzo di Flo Manaudou nei 50 stile): in coda a una gara sui 200 misti che è stato un sabba collettivo, chiusa in 1’54’’06, record olimpico e per soli sei centesimi non record del mondo, tre quarti di corpo di distacco dall’inglese Scott (2°, 1’55''31) con il cinese Wang 3° (e Razzetti 6°), è andato a prendersi il quarto oro dopo i 400 misti, di cui ha il record del mondo, e l’incredibile doppietta in meno di due ore, 200 farfalla e 200 rana, che Bowman ha sempre vietato persino a mr 23 ori olimpici: troppo diverse tecnicamente, troppo poco tempo per recuperare.
Non per il metabolismo mutante di Marchand, che ha avuto un solo momento di difficoltà, quando è tornato in acqua per le batterie dei 200 misti, la mattina dopo la doppietta, con sole 4 ore di sonno. Ma la ricarica accelerata è la specialità della casa.
E poi la corrente era accesa. «Léon, Léon, Léon», «Allez, allez, allez». Non una piscina: un respiro collettivo, un cuore che pulsa all’unisono, in piena connessione con le bracciate dell’uomo-Giochi. «Sono molto bravo a gestire l’energia, riesco a canalizzarla, tutto lo stadio è dietro di me e io lo sfrutto, in quattro giorni ho vinto quattro ori», la sintesi didascalica dell’impresa. Phelps, in tv, è più esaltato di lui: «Nessuno pensava che sarei stato capace di fare le cose che ho fatto, ma le avevo dentro, ed è lo stesso per lui».
Quali sono i segreti di Marchand
A ben vedere sono più le differenze dalle somiglianze con lo squalo di Baltimora. Marchand ha un fisico «normale», non ha il busto di Phelps, e neanche le braccia lunghe di Lochte, è alto 1,86, pesa 77 kg. Quello che succede quando si tuffa è una vera trasformazione: Léon non nuota, balla in acqua. Il movimento che crea con la spina dorsale, il modo in cui sfrutta l’onda da lui stesso prodotta a delfino, il vantaggio che trae nella parte sott’acqua, quando nuota quasi 15 metri («Mi piace il silenzio là sotto»).
Il compagno di allenamenti James Don l’ha sintetizzato così: «Crea un’onda anomala. Quando sei vicino a lui ti sembra di nuotare in acque libere».
Adesso che è possibile testare con mano il delirio collettivo che provoca, si può capire come papà Xavier e mamma Céline Bonnet (entrambi nuotatori che sono stati alle Olimpiadi e che hanno provato a indirizzare verso altri sport il figlio prima di rassegnarsi all’evidenza), abbiano fatto la scelta giusta con quella email spedita in Arizona. Gli anni della formazione, dai 19 ai 22, Léon li ha trascorsi senza la minima pressione. All’Università nessuno lo riconosceva, e l’unica differenza tra lui e gli altri studenti erano la borsa Luis Vuitton e un orologio Omega, due sponsor che hanno puntato su di lui. Adesso si guarda intorno con la faccia simpatica e si gode l’onda anomala che lui stesso ha provocato. Oui, les Jeux c’est moi.