�Sai, tanti nostri ventenni pensano e agiscono come i giovani dell’Europa occidentale. Sono nati e cresciuti dieci anni dopo la fine dell’Urss, non sanno cosa voglia dire vivere sotto il tallone della dittatura russa. Mettono il piacere individuale al di sopra di tutto, ancora adesso vorrebbero viaggiare, cenare fuori con gli amici, studiare nelle universit� europee. Siamo noi pi� anziani, quarantenni e cinquantenni con la memoria e i racconti in famiglia di com’era prima del 1991, che siamo pi� disposti a offrirci volontari per il fronte�.
Ucraina, due anni dopo: giovani in fuga, fratture politiche, ma l’89% crede nella svolta
Le divisioni padri-figli, coi figli �che pensano soprattutto al piacere individuale, nn sanno cosa vuol dire vivere in Russia�. Le critiche a Zelensky, �segno di democrazia�
Che qualche cosa di profondo sia mutato nella societ� ucraina all’inizio del terzo anno di guerra l’abbiamo colto sulle prime linee del Donbass pochi giorni fa parlando con tre ufficiali di mezza et�. Tutti favorevoli ad allargare al pi� presto il servizio di leva per cercare di rimpiazzare i soldati che, come loro, rischiano la vita al fronte sin dai primi tempi dell’invasione russa, eppure ben contenti di essere riusciti a mandare i propri figli all’estero prima che diventasse impossibile. �Io sono pronto a morire, ma vorrei che mio figlio si laureasse in ingegneria a Berlino. Poi, se ci sar� bisogno anche di lui, verr� qui a combattere�, diceva Petro, un colonnello esperto nei duelli tra droni.
Il cambiamento principale � che c’� un senso di autoconservazione pi� marcato. La stanchezza, la crisi economica, la disoccupazione, le necessit� di tirare avanti tra sempre nuove difficolt� corrodono anche lo slancio pi� generoso. Due anni fa i russi furono cacciati indietro soprattutto grazie ad un corale sforzo di volontari. Tanti giovani e giovanissimi, ma comunque anche persone di ogni et�, che si mobilitavano per lo sforzo comune. Moltissimi morirono o rimasero feriti andando a combattere senza mai avere sparato un colpo, altri trasportando cibo, sacchi a pelo e munizioni alle prime linee letteralmente incuranti del rischio. C’erano volontari che andavano sotto il fuco a Irpin, Bucha, Kharkiv o Mariupol per evacuare la gente intrappolata nelle cantine sotto i bombardamenti russi. Ora non pi�. Lo si vede nelle piccole cose. Non solo nella gravissima carenza di giovani nei centri di reclutamento. Per esempio, nel risentimento crescente contro la corruzione, contro chi ottiene permessi speciali per viaggiare all’estero, i night club aperti sino a tardi nelle citt� del centro-ovest, mentre vicino al fronte il coprifuoco inizia alle nove di sera. Il numero di invalidi con le stampelle o in carrozzella per le strade ricorda le citt� europee dopo la II Guerra Mondiale.
�Il mutamento sociale pi� rilevante sta nel fatto che dall’inizio della guerra per la prima volta nella loro storia gli ucraini hanno iniziato ad avere fiducia nella macchina statale e nel governo. Sino ad allora era prevalsa l’antica diffidenza cui ci avevano abituato i decenni della corruzione e del nepotismo nel vecchio regime sovietico, lo Stato era un nemico. Dal 24 febbraio 2022 invece ci siamo sentiti tutti parte di una grande impresa collettiva. La partecipazione generosa e autentica allo sforzo comune ci ha resi uguali e solidali. Ma adesso questa fiducia si sta erodendo� spiega Yaroslav Hrytsak, uno dei pi� noti storici ucraini.
Hrytsak continua: �La mossa di Zelensky l’8 di febbraio di licenziare il capo delle forze armate, il popolarissimo Valery Zaluzhny , � contestata da una vasta maggioranza. Le inefficienze dello Stato, le vicende di malgoverno sono percepite come offese personali dalle famiglie dei soldati e dalle vittime della guerra. Anche i vecchi oppositori del presidente, che avevano accettato di tacere in nome dell’unit� nazionale, sono molto pi� attivi. Il tasso di gradimento per Zelensky non � mai stato cos� basso. La cosa non � poi negativa: la democrazia si fa sentire, crescono le critiche, ritorna la politica, tornano i partiti e i giornalisti d’inchiesta pronti a sbugiardare i portavoce ufficiali. Non so per� quanto ci� possa aiutare lo sforzo bellico�. Ma tutto ci� non significa affatto che gli ucraini siano adesso disposti ad arrendersi ai diktat di Putin. Il tema � delicato e la propaganda russa, rafforzata dalla cyberwar, rendono il quadro estremamente complesso. Secondo gli ultimi sondaggi effettuati dal Kiev International Institute of Sociology, il 73 per cento sarebbe pronto a continuare la guerra �sino a quando sar� necessario�, due punti percentuali in pi� rispetto ai sondaggi del maggio 2022, e l’89 per cento crederebbe ancora in una vittoria ucraina, sebbene al momento solo il 24 per cento consideri che la situazione, dopo la sconfitta di Avdiivka, sia favorevole.
Parlando con la popolazione nell’ultimo mese abbiamo trovato una forte determinazione a continuare la guerra nelle grandi citt�, almeno per tornare ai confini del 23 febbraio 2022: Odessa, Kiev, Dnipro e Kharkiv. Molto meno nei centri urbani del Donbass, dove comunque c’� sempre stata una massiccia presenza di filorussi.
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23 febbraio 2024 (modifica il 23 febbraio 2024 | 09:55)
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