Gli affetti di Sinner con lui alle Apt Finals di Torino: pap� cuoco e mamma cameriera, Jannik � il figlio educato, quadrato, serio e lavoratore
Sta pedalando, il padre Hanspeter accanto. Mulina i pedali di una cyclette nel retropalco del centrale, appena sconfitto Medvedev, alla maniera dei cronomen del Giro d’Italia: quelli prima dello sforzo, Jannik dopo. Pedala e chiacchiera, il team di allenatori (Vagnozzi e Cahill), fisioterapista (Naldi), preparatore atletico (Ferrara), pi� il pap�, stretto intorno. Stanno scegliendo il ristorante per la cena? Macch�. Il senso del discorso del leader, centrato il risultato storico della prima finale italiana alle Atp Finals, lo rivela Simone Vagnozzi: �Aveva ancora addosso il sudore del match con il russo e pensava a come migliorare. Questa � la forza di Sinner�.
Dicono che � fortissimo perch� � poco italiano. Regione di confine, attraversata da tensioni separatiste; lui serio, quadrato, grande lavoratore, lontano anni luce per mentalit� da certe scorciatoie furbette (tipo farsi battere da Rune quando era gi� qualificato, eliminando il pericolosissimo Djokovic che oggi si ritrova contro in finale), l’italiano come seconda lingua. Poi, sceso dalla cyclette, arriva Jannik. E per spiegarti come � riuscito a prendere le misure a Medvedev, che fino al 2 aprile scorso lo aveva battuto sei volte di fila, se ne � uscito con la metafora della pastasciutta. Eccola: �La prima volta che fai gli spaghetti al pomodoro magari ti dimentichi il sale. La seconda usi i pomodorini freschi, la terza aggiungi il basilico. Il tennis � cos�: facendo, impari. E continui ad imparare finch� il piatto non diventa buono. Ma devi stare attento a non esagerare con gli ingredienti, senn� la pastasciutta rischia di non venire bene�.
Bravo figlio educato della piccola borghesia altoatesina, cresciuto alla scuola del pap� cuoco e della mamma cameriera, Sinner � l’operaio (altamente) specializzato in bulloni che sta rimontando la storia contemporanea del nostro sport. Gli dei l’hanno dotato di talento, Jannik � stato sveglio ad accorgersi che ne avrebbe coltivato di pi� giocando a tennis piuttosto che sciando (�In slalom ero negato, in gigante andavo sul podio o uscivo, senza vie di mezzo�). Per aiutarlo nell’impresa titanica di impedire al n.1 Djokovic di centrare il settimo Master della carriera (sarebbe record, superando anche Federer), da Sesto Pusteria ieri � arrivato anche il fratello Mark (mamma e pap� sono a Torino dall’inizio): �� la persona pi� onesta e vera che io conosca — ha raccontato nell’intervista a 7, il magazine del Corriere —. Quando sono in difficolt�, mi rivolgo a lui. E non ha importanza se non lo sento da giorni, magari parlo pi� con gli amici che con Mark, per� lui mi conosce, e ha sempre la parola giusta. Abbiamo diviso la cameretta, siamo cresciuti insieme�.
Mark ha 25 anni, � nato in Russia, a Rostov, � stato adottato dai Sinner quando pensavano di non poter avere figli, fa l’istruttore dei vigili del fuoco a Vilpiano. Durante la partita con Medvedev, Jannik � rimasto in costante contatto d’occhi con lui, e la stessa cosa far� oggi contro quel diavolo del Djoker, recuperato dall’inferno anzich� lasciarlo bruciare, a 36 anni pi� vivo che mai e lanciato verso l’ennesima impresa. Jannik Sinner l’italiano permettendo.
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19 novembre 2023 (modifica il 19 novembre 2023 | 07:15)
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