Israele - Hamas in guerra, le notizie di oggi in diretta | Biden: «Netanyahu sta cercando di risolvere i problemi»

 |  05 Giugno

La Camera Usa approva una misura che sanziona la Corte penale internazionale per Netanyahu

La Camera degli Stati Uniti ha approvato una disegno di legge che sanziona la Corte penale internazionale per aver richiesto mandati di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e e il ministro della Difesa Yoav Gallant. Il provvedimento è stato approvato con 247 voti a favore e 155 contrari ma il sostegno dei membri dei democratici non è stato significativo ed è pertanto poco probabile che la proposta possa passare al Senato.

​Il portavoce del Dipartimento di Stato Matt Miller ha ribadito l'opposizione dell'amministrazione Biden al disegno di legge sulle sanzioni: «Abbiamo chiarito che, pur opponendoci alla decisione presa dal procuratore della Corte penale internazionale, non pensiamo che sia appropriata. Siamo disposti a lavorare con il Congresso su quale possa essere una risposta ma non sosteniamo le sanzioni».

 |  05 Giugno

Domati dopo 48 ore tutti gli incendi nel nord di Israele

Il servizio antincendio e di soccorso israeliano ha affermato che tutti i principali incendi nel nord del Paese sono stati contenuti, dopo 48 ore di intensi sforzi.
«Dopo una dura lotta contro le fiamme e con continui allarmi per il possibile arrivo di fuoco» da parte di Hezbollah «tutti i punti principali sono stati messi sotto controllo, nella catena di Ramim, a Kiryat Shmona, nella foresta di Biriya e Keren Naftali», si legge in una nota. I vigili del fuoco rimarranno in allerta tutta la notte in attesa di una valutazione della situazione.

 |  05 Giugno

L'Egitto invia una delegazione a Doha per i colloqui su Gaza

Oggi una delegazione egiziana per la sicurezza incontrerà le controparti del Qatar e degli Stati Uniti a Doha, nel tentativo di rilanciare i negoziati sulla tregua a Gaza. Lo riferisce il canale televisivo egiziano Al-Qahera citando fonti qualificate.

 |  05 Giugno

Il direttore della Cia in Medio Oriente per accordo su ostaggi

Il direttore della Cia Bill Burns
e il consigliere di Joe Biden per il Medio Oriente Brett McGurk
stanno andando in Medio Oriente per spingere l'accordo sulla
liberazione degli ostaggi e sul cessate il fuoco. Lo riporta
Axios citando alcune fonti.

 |  05 Giugno

Usa, tensioni Israele-Hezbollah estremamente pericolose

Il portavoce del dipartimento di Stato americano Matthew Miller ha definito le attuali tensioni tra Israele e Hezbollah «estremamente pericolose». Il portavoce ha detto che gli Stati Uniti stanno lavorando per contenere la violenza in modo che non si trasformi in una guerra a tutti gli effetti. Miller ha poi ribadito che un cessate il fuoco a Gaza «ci aiuterebbe a raggiungere la calma nel nord di Israele e nel sud del Libano», il che potrebbe portare a un accordo a lungo termine che consentirebbe alle decine di migliaia di sfollati israeliani di tornare alle loro case al confine settentrionale. Miller ha anche ribadito che gli Stati Uniti non sostengono una guerra vera e propria, ma che Israele ha il diritto di difendersi.

 |  05 Giugno

Il Parlamento sloveno riconosce lo Stato palestinese 

Con una mossa a sorpresa, il Parlamento sloveno ha approvato un decreto che riconosce lo Stato della Palestina, dopo che la coalizione al governo ha deciso di forzare la questione e respingere una mozione dell'opposizione. Una settimana dopo Spagna, Irlanda e Norvegia, è la Slovenia a fare il passo dopo una serie di colpi di scena: il decreto è stato approvato con 52 voti, mentre l'opposizione ha boicottato la seduta. 

In una caotica sessione di sei ore, interrotta più volte per motivi procedurali, la mozione è stata respinta a larga maggioranza e il decreto è stato approvato. La scorsa settimana, il governo ha inviato il decreto al Parlamento per l'approvazione, accelerando la procedura al fine di ratificare la decisione prima delle elezioni europee di domenica. Janez Jansa, ex stretto collaboratore del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, ha denunciato la mossa come un calcolo politico, accusando la coalizione di centrosinistra al governo di aver «violato la procedura» e per questo aveva lasciato l'Aula con i deputati del suo partito.  Secondo il testo della sua mozione, tale riconoscimento «causa un danno a lungo termine alla Slovenia sostenendo l'organizzazione terroristica Hamas».

 Il primo ministro liberale Robert Golob ritiene invece che la decisione «invii un messaggio di pace». «Crediamo che sia giunto il momento per il mondo intero di lavorare insieme per una soluzione a due Stati che porti la pace in Medio Oriente», ha dichiarato. Il Parlamento, composto da 90 seggi, si è espresso con 52 voti a favore e nessuno contrario. I restanti parlamentari non erano presenti al voto. Per la ministra degli Esteri sloveno Tanja Fajon «questo riconoscimento è espressione del nostro impegno nei confronti della pace e della giustizia: la Slovenia è dalla parte giusta della Storia, e contribuisce alla soluzione a due Stati». 

 |  04 Giugno

Biden: «Netanyahu sta cercando di risolvere i problemi»

Dopo aver reso pubblico il
piano israeliano per un cessate il fuoco per far pressione su Hamas e Israele, come sostengono molti
analisti, il presidente americano Joe Biden per la prima volta ha ammesso
che ci sono ragioni di ritenere che Benjamin Netanyahu stia prolungando
il conflitto per la sua sopravvivenza politica, salvo poi
precisare che comunque il premier israeliano sta cercando di
risolvere una situazione complessa. 

Rispondendo ad una domanda in una lunga intervista a Time
il presidente degli Stati Uniti ha detto che gli oppositori
del premier israeliano non hanno tutti i torti a ritenere che egli stia
cercando di mantenere il potere attraverso la guerra. «Non
voglio commentare ma ci sono tutti gli
elementi per trarre questa conclusione». Una dichiarazione
poi parzialmente ammorbidita prima dal
portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby,
che ha parlato di «questioni interne ad Israele» e poi dallo
stesso Biden che rispondendo ad una domanda dei giornalisti
della Casa Bianca ha chiarito di non ritenere che Netanyahu
stia facendo «politica», questa la parola usata dal reporter, ma
che «stia cercando di risolvere problemi seri».

Le
differenze tra i due leader restano
innegabili, come ha sottolineato lo stesso Biden
nell'intervista. «Il mio principale disaccordo con Netanyahu è
cosa succederà dopo la fine della guerra a Gaza? Le forze
israeliane si ritireranno? È necessaria una soluzione a due
Stati, una transizione verso una soluzione a due Stati. E questo
è il mio più grande disaccordo con Bibi Netanyahu», ha insistito
il presidente americano che, comunque, ha riconosciuto al
premier israeliano di «essere preparato a tutto pur di salvare
gli ostaggi». «Hamas potrebbe porre fine a tutto questo domani,
l'ultima offerta che Israele ha fatto è stata molto generosa.
Bibi è sottoposto a una pressione enorme sugli ostaggi», ha
sottolineato Biden. 

La Casa Bianca ha fatto sapere che i due leader si
parleranno nei prossimi giorni, mentre non ha dato nessuna
informazione sull'eventuale visita del premier israeliano a
Washington. Secondo i siti Punchbowl news e Politico, Netanyahu
dovrebbe parlare al Congresso il 13 giugno, una data che però è stata smentita dall'ufficio del premier israeliano perché coincide con una festa ebraica
che si chiude proprio quel giorno. L'ipotesi più plausibile
potrebbe essere allora che Netanyahu quindi subito dopo
la festività, per poi intervenire a Capitol Hill e magari
fermarsi fino al ritorno di Biden dal G7, il 15 o 16 giugno.