La Corea del Sud sospende l'accordo intercoreano in risposta al lancio di rifiuti da parte del Nord

Il governo della Corea del Sud ha approvato oggi la sospensione dell'accordo intercoreano del 2018 che prevedeva la progressiva distensione delle relazioni tra le due Coree, in risposta all'invio da parte della Corea del Nord di palloni aerostatici carichi di rifiuti verso il territorio sudcoreano. L'ufficio di presidenza della Corea del Sud aveva già  annunciato ieri la decisione di sospendere del tutto l'attuazione dell'accordo, che era stata proposta dal Consiglio di sicurezza nazionale sudcoreano e che oggi è stata sottoposta al Consiglio dei ministri del governo di Seul. Secondo alcuni osservatori, la sospensione  potrebbe anticipare la piena ripresa delle attività  di propaganda anti-Pyongyang dal territorio sudcoreano, tramite l'invio su palloni aerostatici di manifesti, musica pop e notizie. 

L'attuale fase di rapida regressione delle relazioni intercoreane è riconducibile in parte proprio alle polemiche innescate dalle attività di volantinaggio transfrontaliero degli attivisti democratici sudcoreani: il 16 giugno 2020, nel pieno della crisi degli sforzi di distensione promossi dall'ex presidente sudcoreano Moon Jae-in, la Corea del Nord fece esplodere l'ufficio di collegamento intercoreano, inaugurato nel 2018 a Kaesong, in prossimità del confine tra i due Paesi. 

Da settimane Pyongyang anticipava misure eclatanti in risposta alle campagne di volantinaggio intraprese contro la leadership nordcoreana da una organizzazione privata della Corea del Sud, «Fighters for a Free North Korea» (Combattenti per una Corea del Nord libera, Ffnk): il Nord diede seguito alle minacce proprio con la spettacolare demolizione dell'edificio che negli anni precedenti era divenuto fulcro dell'interlocuzione diplomatica tra i due Paesi.