Prati verdissimi di erba perfettamente rasata. Gentlemen attillati di bianco pi� signorili di un maggiordomo. Gesti atletici ma scanditi dalla flemma. Palle lanciate in un “wicket”, completando un “over” a turni chiamati “innings”, a volte per giorni interi. E un pubblico che, bevendo Pimm’s al cetriolo, applaude cortese.
Cricket, la partita afghana
Isolato, impoverito, il Paese dei talebani � protagonista di un successo sportivo su scala mondiale del tutto imprevisto. Il ruolo fondamentale della Federazione internazionale e il destino, completamente diverso, della formazione femminile, costretta ad allenarsi in esilio...

In una foto d’archivio la squadra la nazionale afghana di cricket esulta dopo aver vinto la partita di qualificazione per la Coppa del Mondo al Dubai International Cricket Stadium, a Dubai, Emirati Arabi Uniti, 13 febbraio 2010.(Ap)
Una strana storia
Cosa c’� di pi� lontano da questa imagine da Inghilterra amabile e nostalgica? Tra le nazioni odierne, l’antitesi � rappresentata dal duro, ostile, insanguinato Afghanistan dei talebani, l’emirato islamico teatro di uno dei pi� lunghi conflitti dell’epoca contemporanea, dove lo sport tradizionale � il poco flemmatico buzkhazi (una sorta di polo con una carcassa di capra al posto della palla). E dove i guerrieri in turbante non dimenticano che l’Afghanistan, territorio da sempre nelle mire imperiali britanniche, combatt� tre guerre sante contro gli inglesi, inventori del cricket oltre che signori del subcontinente indiano, ottenendo l’indipendenza nel 1919.
PRIMA HA SCONFITTO I CAMPIONI INGLESI, POI UNA SUPERPOTENZA COME IL PAKISTAN. SOLO IL SUDAFRICA E’ RIUSCITO A FERMARNE LA CORSA
La storia, tuttavia, ama i paradossi. Cos� l’antitesi ora � diventata nemesi: la nazionale di cricket dell’Afghanistan, con la benedizione dei mullah di Kabul, � infatti recentemente diventata protagonista di imprevedibili successi internazionali e rappresenta la squadra-sorpresa della coppa del mondo 2023, giocata in India. Prima ha sconfitto proprio i campioni uscenti dell’Inghilterra, con una partita carica di simbolismo geopolitico e sportivo. Poi ha sconfitto il Pakistan, una delle superpotenze del cricket moderno. Poi ha vinto con Sri Lanka e Olanda. Infine ha sfiorato una clamorosa qualificazione alle semifinali, perdendo di misura con il Sudafrica.

Uno sport che unisce
Isolato, impoverito, dolente dopo decenni di guerra terminati con l’improvvisa ritirata degli americani nel 2021, abituato a far notizia solo per gli abusi dei diritti umani e delle libert� civili soprattutto nei confronti delle donne: per molti, questa � oggi l’immagine dell’Afghanistan. Ma per gli appassionati di questo sport (si dice un miliardo di persone in tutto il pianeta) l’immagine � solo quella vincente della nazionale di cricket. Il punto �: come fa l’emirato talebano, considerato uno Stato in fallimento, a battere i ricchi maestri dello sport?
Le risposte sono diverse. Conta molto il forte sostegno dato dalla federazione internazionale a quella afghana, perch� quello del cricket � uno dei pochissimi ambiti nei quali i talebani dialogano con il resto del mondo. Poi vanno considerate la grande passione e bravura dei giocatori afghani, che il cricket sembrano averlo nel sangue. E anche la fama globale della stella Rashid Khan, 25 anni, che gioca negli Stati Uniti dopo aver girato le migliori squadre del mondo ed � un abile diplomatico. Chiede la liberalizzazione degli sport ma senza criticare troppo gli uomini in turbante. Infine, e non � una questione secondarie, c’� forse il timore da parte dei talebani che molti si ribellerebbero al bando del cricket perch� resta l’unica fonte di gioia e leggerezza in un’atmosfera sempre pi� cupa e disperata.
LA SUA STELLA DI FAMA MONDIALE, RASHID KHAN, E’ UN ABILE DIPLOMATICO: HA CHIESTO LA LIBERALIZZAZIONE DEGLI SPORT, SENZA CRITICARE IL REGIME
Che ai talebani il cricket non dispiacesse lo si era capito subito dopo la loro conquista di Kabul, nell’estate del 2021. Prima ancora di annunciare il nuovo governo (dove non esiste un ministero dello sport, ma esiste quello della Diffusione delle Virt� e Repressione del Vizio), la federazione nazionale di cricket aveva ricevuto una visita inattesa. Un gruppo di talebani armati fino ai denti si era presentato alla sede accompagnati dall’ex giocatore Abdullah Mazari. Dopo aver chiesto accesso alla sala conferenze, decorata con i cimeli della nazionale, i nuovi signori di Kabul avevano annunciato che tutte le attivit� di cricket dovevano proseguire senza alcun cambiamento o interruzione. E poco dopo il governo aveva offerto alla federazione di avere come sponsor la compagnia aerea nazionale e altre societ� statali.
Questione di genere
Il cricket, quindi, gode di una immunit� che da allora nessuno ha violato. I giocatori, per esempio, sono autorizzati a usare come bandiera quella tradizionale dell’Afghanistan nero-verde-rossa, invece che la bandiera bianco-nera dei talebani. E quando hanno sconfitto il forte Pakistan alla Coppa del Mondo, nelle strade di Kabul si � sparato di gioia - le armi non mancano - ma si � anche cantato e ballato per strada senza che i guardiani della Vir� intervenissero per fermare i festeggiamenti. Questo vale per la nazionale maschile. Le donne, invece, hanno sub�to un destino molto diverso. La nazionale afghana femminile di cricket ha dovuto smettere di giocare con l’ingresso dei talebani nella capitale: alcune atlete sono andate subito in esilio, altre si sono nascoste in Afghanistan per poi fuggire quando � divenuto chiaro che per loro non c’era un futuro in patria. Con l’aiuto di alcuni appassionati dello sport, alcuni mesi fa la nazionale femminile si � riunita in Australia dove si allena in esilio, cercando di rientrare nel giro delle competizioni mondiali ma senza ottenere molto aiuto dalla federazione internazionale. La speranza laica del cricket ha i suoi limiti. Ma le vittorie dei maschi rappresentano una crepa nel muro talebano. Chiss� se si allargher�.
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3 dicembre 2023 (modifica il 3 dicembre 2023 | 15:14)
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