Conte allenatore-manager a Napoli, De Laurentiis si mette da parte: cosa è cambiato
Presentato a Palazzo Reale il nuovo allenatore del Napoli, il presidente gli lascia spazio e tempo. Si fida: «Antonio fa impresa», poi vola in Germania a convincere Kvara
Se il protagonista della scena madre non è più «lui» ma «l’altro», qualcosa è veramente cambiato. Un buon inizio o comunque un nuovo inizio: il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis siede accanto ad Antonio Conte sul palco del Teatrino di Corte di Palazzo Reale, lo ascolta, sorride, gli lascia spazio e tempo: per un’ora e tre quarti riflettori puntati solo sul nuovo allenatore. Conte ha tante cose da dire, senza inutili diplomazie: pochi fronzoli, tanta emozione, soprattutto all’inizio, quando riceve applausi senza che neanche abbia cominciato a parlare. Impeccabile in abito blu e camicia bianca, risalta il volto abbronzato. Sguardo acceso. «Sono un manager e voglio avere voce in capitolo, non sono venuto a Napoli per fare la statuina sul presepe, il presidente questo lo sa».
La platea di Palazzo Reale
De Laurentiis lo guarda compiaciuto, si limita ad aggiungere: «L’ho scelto proprio per questo, Antonio fa impresa». Quattrocento gli invitati a quello che senza alcun dubbio è un evento — in prima fila il sindaco Manfredi, il presidente della Regione De Luca, il capo degli Industriali Iannotti Pecci — per la città che dopo la sbornia scudetto si è risvegliata mortificata dal decimo posto in classifica: tutto in pochi mesi.
Le vicenda Kvara e Di Lorenzo: restano qui
Mentre Rocco Hunt fa le prove del suo concerto in piazza del Plebiscito, Conte accende il palco a «Corte» («mai avuta prima una presentazione così» dice mentre si guarda attorno anche un po’ incredulo). Risponde nel merito ad ogni domanda, quelle più scomode non gli creano imbarazzo (mai un vedremo, faremo, decideremo: il futuro è adesso, le declinazioni sono tutte al presente), al contrario detta la sua legge, una nuova legge. «Ho già tutto in mente, il Napoli è una squadra forte e le mie condizioni sono state chiare: decido io chi resta e chi invece va via». Va dritto al cuore del problema. Il riferimento a Di Lorenzo e Kvara è fin troppo evidente, non ci prova neanche a sviare. «Sono due giocatori importanti, fondamentali per noi. Il capitano oltre ad essere un top è una persona perbene, nel nostro spogliatoio è fondamentale. Capisco la frustrazione per la scorsa stagione ma noi siamo qui per ricostruire». Conte non ha (e lo dice) alcuna ricetta per la vittoria («non posso prometterla, è difficile. Solo una squadra ce la fa») ma propone serietà e passione.
Perchè Conte ha scelto Napoli
«Niente chiacchiere, qui non dev’esserci confusione ma chiarezza. Ci sono giocatori fondamentali come Lobotka, Anguissa che da qui non si muovono. Con De Laurentiis ne ho parlato dal primo momento della nostra trattativa». L’ex Tottenham spiega la scelta Napoli, dettata dalla voglia di ricominciare dal Sud, la sua terra, dal progetto del club e rivela di aver sorriso quando qualcuno gli ha detto: ma non hai paura di andare lì? «Paura di cosa? Questa è una sfida arrivata nel momento giusto per me come uomo e come allenatore. Nessuno mi ha mai regalato nulla, sudore e fatica sono i concetti che trasferisco a mia figlia e ai miei calciatori. Con questi colmeremo il gap del tetto ingaggi. Se qualcuno è scontento, si siede accanto a me in panchina e proviamo a fargli tornare l’entusiasmo». Lo ha studiato bene il mondo Napoli, Conte. Snocciola i numeri impietosi della scorsa stagione: 48 gol presi, 15ª peggior difesa, 27 reti subite in casa. «Dati sconcertanti. Non è soltanto colpa di portiere e difensore ma di tutta la squadra. La rosa, è una buona base di partenza ma faremo qualcosa sul mercato per renderla ancora migliore».
Osimhen e Lukaku
Capitolo Osimhen, l’unico giocatore che sfugge al suo controllo. «Conoscevo da prima la sua situazione. Sono cose stabilite quando non c’ero». Lukaku è il suo piano A, non lo nega. Ammette che Romelu (lo chiama per nome) è «un giocatore eccellente, sempre meglio averlo dalla nostra parte». L’allenatore del Napoli, in città con la moglie Elisabetta e la figlia Vittoria, ha già acceso i motori. «Qui c’è passione, fuoco, ho sentito subito qualcosa nella pancia». De Laurentiis signorilmente gli ha lasciato la scena, da oggi diventa di nuovo lui il primo attore: con il d.s. Manna e l’ad del club Chiavelli vola in Germania per il nuovo contratto di Kvara. Un buon inizio.