
Zuckerberg in Senato per i suicidi social. “Mi scuso con i parenti”
NEW YORK — «Vuole chiedere scusa alle famiglie, signor Zuckerberg?», «Vuole farlo ora?». Incalzato dai senatori della commissione Giustizia del Congresso americano Mark Zuckerberg, fondatore di Meta, ha prima balbettato qualcosa, poi si è alzato, si è voltato verso la platea. Tra gli applausi, circondato dai fotografi, il miliardario guru di Big Tech ha chiesto scusa: «Mi dispiace per tutto quello che avete passato». «Nessuno — ha continuato — dovrebbe passare attraverso le cose che le vostre famiglie hanno sofferto». Zuckerberg ha promesso che la sua compagnia continuerà a investire per evitare che le piattaforme social possano provocare ancora danni a milioni di bambini e adolescenti.

Quello delle scuse pubbliche è stato il momento più drammatico, e teatrale, di una audizione tra le più tese degli ultimi anni, in cui entrambi i partiti, democratici e repubblicani, hanno messo sotto pressione i vertici di Meta, X, TikTok, Discord e Snap, perché si assumessero le responsabilità, e chiedessero scusa, per il ruolo che le piattaforme hanno avuto nella vita dei minorenni. Il titolo dell’audizione richiamava il ruolo di Big Tech e lo sfruttamento dei minori online. Gli interventi, il teso botta e risposta tra senatori e testimoni, sono girati attorno al tema dello sfruttamento sessuale e mentale sui social media, con milioni di giovani indifesi. E poi la rabbia delle famiglie, alcune presenti in aula con le loro storie tragiche, che hanno denunciato l’assenza di un intervento governativo.

Come Bridgette Norring, madre di un ragazzo morto per overdose di fentanyl, un oppioide ordinato su Snapchat, e che ha respinto le scuse presentate dal Ceo della piattaforma, Evan Spiegel. «Sono false», ha tagliato corto. Ci sono stati momenti in cui il populismo ha fatto la sua parte, con qualche senatore pronto a strappare applausi con dichiarazioni a effetto. Lindsey Graham, della South Carolina, ha detto che le compagnie avevano le «mani sporche di sangue». Il senatore democratico della Georgia Jon Ossoff ha descritto internet e i social come «un luogo pericoloso per i bambini». Ma il momento di Zuckerberg, messo sotto pressione dal Josh Hawley, rappresentante del Missouri, ha rappresentato una prima volta storica.

Documenti presentati al Congresso hanno mostrato come il valore commerciale dei giovani utenti, i più vulnerabili ai messaggi in rete, si aggiri sui 270 miliardi di dollari. Zuckerberg e Shou Zi Chew, Ceo di TikTok, sono stati quelli presi più di mira dalla commissione. A Chew, il senatore repubblicano dell’Arkansas Tom Cotton ha chiesto se fosse un membro del Partito comunista cinese. «Lei — ha chiesto — è mai stato un membro del Partito comunista cinese?». «Senatore — ha risposto il Ceo di TikTok — io sono di Singapore, no».
A tutti è stato chiesto di fare qualcosa per ridurre traumi su milioni di giovani, tra i quali si sono registrati casi di depressione, angoscia e anche suicidi. Ma nel giorno delle scuse, si sono fatte notare anche le assenze. Secondo Pew Research Center, il 93 per cento dei giovani americani usa YouTube, eppure Google non era presente. TikTok, con il 63 per cento, sì.