I missili ipersonici russi sull’ospedale dei bambini a Kiev, oltre 40 razzi su tutta l'Ucraina. Zelensky: «Terroristi»
Lanciati i Kinzhal su Kiev, 36 vittime in tutto il Paese. Zelensky a Varsavia firma l’accordo sulla difesa aerea
DAL NOSTRO INVIATO
KIEV - «Un crimine di guerra. Un evidente, gravissimo crimine di guerra, commesso volutamente nell’ora di maggior affluenza all’ospedale dei più piccoli e indifesi nel centro città dai banditi di Putin!», ripete Alina, dottoressa caporeparto che sta dirigendo le mamme e gli infermieri con i bambini malati nel rifugio antiaereo. Difficile darle torto: davanti a noi vediamo carrozzelle, stampelle abbandonate alla rinfusa, piccoli in cura per il cancro che piangono, braccini bendati in fretta e furia dove appena prima stavano le siringhe delle flebo.
Una donna ferita dalle schegge alle gambe annaspa e cerca aiuto, mentre le sirene di un nuovo allarme risuonano lugubri e tra le macerie, i rottami e il caos, il fumo dell’incendio ammorba l’aria di un odore acre, oleoso. Due giovani genitori tengono la testa a loro figlio operato solo poche ore prima. Una mamma piange disperata, chiama qualcuno al cellulare che non risponde, la figlia accanto, avrà tre o quattro anni, sporca di fuliggine dorme nel passeggino.
La guerra di Putin non risparmia nulla e nessuno e oggi neppure i piccoli pazienti dell’Okhmatdyt, l’Ospedale pediatrico. «Uno degli istituti di cura migliori d’Europa, che adesso resterà chiuso per almeno sei mesi», dicono i medici. A poche decine di metri vigili del fuoco, militari e una miriade di volontari di ogni età aiutano a scavare tra i mattoni e le lamiere contorte. Un’intera ala del reparto ematologia e trasfusioni è stata ridotta in briciole. Mosca ha colpito duro ieri: una quarantina di missili su tutta l’Ucraina. I danni più gravi sono a Kiev, almeno una trentina, altri 11 tra Dnipro e Kryvi Rih, 3 a Pokrovsk nel Donbass. I feriti complessivi sono circa 150.
In serata trovati nell’ospedale pediatrico i corpi di una mamma con due figli piccoli. Parliamo delle vittime civili, quelle militari restano top secret. Zelensky, in visita a Varsavia, chiede nuove armi di difesa antiaerea agli alleati, che nelle prossime ore si riuniranno per il summit Nato a Washington.
Ma, andiamo con ordine per raccontare questa che i media ucraini descrivono come una delle giornate più sanguinose per Kiev da gennaio. L’allarme inizia prima delle nove. Le sirene suonano e pochi ci fanno caso. Gli abitanti della capitale sono abituati e confidano nelle difese antiaeree, che qui sono ben costruite, funzionano meglio che nel resto del Paese. Tuttavia, questa volta l’ululato persiste e le app specializzate negli allarmi mettono in guardia che i missili ipersonici Kinzhal sono in arrivo. Attorno alle dieci ecco le esplosioni.
Si odono i colpi della contraerea, nel cielo azzurro si disegnano i ghirigori dei proiettili. Quindi il rombo lugubre di qualche cosa di grave. Sui grattacieli più alti torreggiano quattro colonne di fumo. Arriviamo all’ospedale che le strade sono già bloccate, occorre procedere a piedi, ambulanze e pompieri faticano a farsi largo.
«Il missile è caduto intero. La nostra contraerea non è riuscita colpirlo in aria», dice un militare che sta documentando la scena. Una palazzina nel centro del complesso ospedaliero è devastata. L’incendio cova tra le macerie. Poco lontano è stato colpito un altro centro medico chiamato «Isida», sembra vi siano 8 morti e 3 feriti. Arrivano centinaia di volontari, molti sono giovani che portano bottiglie d’acqua. Si fa la catena umana per rimuovere i rottami e cercare le vittime.
Suona un altro allarme. Alcuni infermieri portano i bambini più gravi sulle carrozzelle sino al rifugio vicino. Sottoterra c’è un’umanità in attesa. Bambini operati da poco, genitori preoccupati. Quelli più gravi giacciono sui lettini con i volti tesi, non possono fare assolutamente nulla.
Mosca nega di avere colpito l’ospedale, i suoi portavoce parlando di «obiettivi militari» e accusano la contraerea ucraina di aver causato «danni collaterali». Ma qui, davanti a noi c’è la smentita nuda e cruda. «I terroristi russi hanno colpito ancora», tuona Zelensky. A Varsavia il leader di Kiev incontra il premier polacco Donald Tusk e incassa la firma dell’accordo sulla sicurezza con la Polonia che prevedrà «la disposizione per l’abbattimento di missili e droni russi nello spazio aereo ucraino che vengono sparati in direzione della Polonia».
Oggi al summit Nato cercherà di tornare alla carica con la richiesta che gli alleati inviino al più presto nuove batterie contro gli attacchi dall’aria. I militari ucraini ripetono che servono gli F-16 per snellire le difese e facilitare lo sbarramento contro le bombe plananti tirate dagli aerei russi da oltre 60 chilometri di distanza. Pare che su 38 missili russi ieri ne siano stati colpiti 30, ma gli altri 8 hanno commesso lo scempio.