Rai, tensioni tra la presidente e l'ad. Le critiche di Soldi per il metodo «micidiale»
Scontro in azienda. Conte e Salvini con Sergio
Le manifestazioni di ieri sotto le sedi Rai contro la solidarietà espressa dall’amministratore delegato, Roberto Sergio, «al popolo d’Israele e alla comunità ebraica», hanno prodotto una sorta di resa dei conti dentro e fuori dall’azienda. In mattinata, una riunione preparatoria della presentazione del piano industriale, che oggi sarà illustrato alle prime linee aziendali, ha messo uno di fronte all’altro l’ad, il direttore generale Giampaolo Rossi e la presidente Marinella Soldi. In un clima teso è stata quest’ultima a auspicare la necessità di recuperare «una forte unità e condivisione per motivare i dirigenti».
Un appello alla pace seguito però da indiscrezioni, fatte trapelare alla stampa, nel pomeriggio, circa il «disappunto estremo» della presidente per i contenuti e il metodo del comunicato stampa che l’ad ha fatto leggere in diretta, domenica scorsa, a Mara Venier.
Non sarebbe piaciuta la mancanza di equidistanza su un tema così delicato e la scarsa considerazione per la libertà degli artisti. Ma soprattutto sarebbe apparso «micidiale» il metodo di procedere da solo su un argomento il cui impatto reputazionale per la Rai è fortissimo. Considerazioni condivise dalla consigliera Francesca Bria (in quota Pd), secondo cui l’ad avrebbe dovuto consultare il cda prima di esporre la Rai.
Le agenzie sulla presidente sono planate sulla scrivania di un ad preoccupato per i messaggi di minaccia giunti a sé e alla propria famiglia, provocando un certo risentimento. Anche perché, secondo Sergio, l’impasse che si è determinata a Domenica In sarebbe addebitabile al direttore responsabile (Angelo Mellone, direttore del DayTime, ndr), assente a Sanremo in un momento in cui, secondo lui, sarebbe stato necessario fornire alla conduttrice le chiavi di lettura di quanto stava accadendo. Quella tra Sergio e Mellone, del resto è una vecchia frizione che riguarda i rispettivi ruoli in azienda, presenti e futuri. E di futuro avrebbero parlato anche Sergio e Rossi, con il primo che avrebbe giurato di non essere interessato a succedere a se stesso per il prossimo mandato. Ma sulla nuova pace siglata tra i due sono piovute le dichiarazioni, a favore di Sergio, del leader grillino Giuseppe Conte e del leghista Matteo Salvini, sospettati di tirargli la volata come futuro ad. Per fortuna c’è Fiorello che a VivaRaiDue scherza: «Pare ci sia stata una lite furibonda tra Roberto e Sergio...».
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