Vannacci già in licenza, ma spunta un’indagine sui suoi anni in Russia

ROMA - Doveva insediarsi ieri con il nuovo incarico di capo di stato maggiore nel Comando delle forze operative terrestri, una promozione che per il ministro della Difesa promozione non è: ma Roberto Vannacci, generale scrittore dalle idee controverse, è arrivato in ufficio, a Roma, ed è andato via. È in licenza. E, fa sapere, non ha gradito la comunicazione dell’avvio dell’inchiesta formale per i contenuti del suo libro “Il mondo al contrario”, che dispensa giudizi poco lusinghieri nei confronti di omosessuali, Europa e migranti: frasi che hanno creato non poco imbarazzo anche al ministro Guido Crosetto, che già ad agosto aveva preso nettamente le distanze dalle posizioni “non accettabili”.

L’attività di Vannacci, nel frattempo, è però finita sotto osservazione anche per altri aspetti: da parte dell’Esercito, si apprende in ambienti della Difesa, si sta indagando anche sugli anni in cui l’alto ufficiale era addetto militare dell’ambasciata italiana in Russia. Si sta valutando se aprire, anche in questo caso, un’inchiesta. I contenuti di questo diverso filone sono top secret. Di certo il generale nel suo libro esprime tesi filo-putiniane, anche se si è difeso dicendo di essere stato cacciato dal leader del Cremlino. In realtà, va detto, non fu un’espulsione ad personam, ma seguì la ritorsione russa dopo l’allontanamento dalle capitali europee dei diplomatici di Mosca.

Di certo c’è che Vannacci, da tre mesi sostanzialmente inattivo dopo l’avvicendamento alla guida dell’istituto geografico, ora è in congedo per un mese. Sul tempo trascorso tra l’avvio dell’inchiesta e la notifica del procedimento formale, dal ministero della Difesa si sono affrettati a precisare che l’indagine preliminare per le dichiarazioni contenute nel libro “era stata avviata già ad agosto” e che i tempi tecnici sono stati rispettati. Concetto ribadito da Crosetto: “L’inchiesta sommaria sul generale Vannacci era stata disposta dal capo di stato maggiore dell’esercito Pietro Serino il 18 agosto e si è conclusa il 16 ottobre — dice Crosetto — al termine, il capo di stato maggiore ha proposto al ministro della Difesa l’apertura di un’inchiesta formale. Quindi ho accolto la sua richiesta lo scorso primo dicembre, nominando contestualmente l’ufficiale inquirente, il generale Mauro D’Ubaldi per la verifica di illeciti disciplinari”.

Il ministro lancia poi una frecciatina a Vannacci, che ha fatto trapelare di essersi messo in congedo per difendersi dalle accuse appena notificategli “tra l’altro a mezzo stampa prima che formalmente”: “Vannacci già la settimana scorsa, il 28 novembre, aveva ricevuto l’ordine di trasferimento e ne era stato preavvisato il 22 novembre scorso. In quella stessa data - dice Crosetto - il generale Vannacci ha chiesto una licenza per motivi familiari e non oggi”. Una commissione speciale deciderà se sono provate le accuse, che innerverebbero la relazione della Direzione generale del personale militare, di aver intaccato col suo libro i principi di neutralità e terzietà delle forze armate, compromettendone il prestigio e la reputazione.

C’è incertezza sui tempi dell’inchiesta. Ma questo rischia di diventare un tema secondario, perché Vannacci sarebbe pronto a uscire dall’esercito di sua volontà per fare il grande salto in politica e candidarsi alle prossime Europee. In quale partito? Un indizio arriva da chi ieri gli ha espresso solidarietà: “Il nuovo ruolo assegnato a Vannacci è un riconoscimento al suo valore — dice Andrea Crippa, vicesegretario della Lega — anche in politica sarebbe un uomo di valore, lui la pensa come noi, sembra davvero un leghista quando parla. Ora non so dire se vorrà candidarsi con noi, ma ripeto, le sue idee sono assolutamente compatibili con quelle della Lega e di Matteo Salvini”.