Tamberi a Parigi dopo l'ospedale: «Gareggerò al cento per cento, il rene fa meno male»
È cominciata l'Olimpiade di Gianmarco Tamberi, arrivato a Parigi con sua moglie Chiara.«Anche stamattina mi sono svegliato con la febbre»
PARIGI È cominciata l’Olimpiade di Gianmarco Tamberi. Con la febbre (si è svegliato con 38), l’eco della fitta lancinante al rene che l’ha costretto al ricovero nel pronto soccorso di Formia, e un giorno di ritardo. Doveva atterrare a Parigi domenica, ha posticipato ad oggi a causa del calcolo che si è manifestato all’improvviso sabato, facendogli temere il peggio. «Come sto? Diciamo che stavo meglio qualche giorno fa ma le possibilità che io gareggi sono pari al cento per cento: qualsiasi cosa accada, io sulla pedana del salto in alto all’Olimpiade ci sarò».
Il solito guerriero, Gimbo, acceso dal colore azzurro e accompagnato dalla moglie Chiara, che da sempre, con il suo amore, è la normalizzatrice di un umore precipitato sotto i tacchi. Mascherina e cappuccio della felpa dell’Italia tirato su sulla testa, Tamberi si è imbarcato a Roma nel primo pomeriggio come da programma: dopo la flebo e le prime cure di antidolorifici, l’atleta era stato messo a risposo nella sua stanzetta al centro federale di Formia; stamattina l’hanno lasciato riposare, poi il trasferimento all’aeroporto di Fiumicino.
«Mi sono svegliato con 38 di febbre, adesso con la cura farmacologica sembra che la temperatura stia scendendo» ha detto Gimbo al suo arrivo in terra francese. Poi una piccola buona notizia che spezza l’ondata negativa di queste ore: «Il rene non mi fa più male come due giorni fa, quando ho sentito una fitta davvero lancinante, anche se ho ancora un po’ di fastidio».
Intorno al campione olimpico di Tokyo, capitano della Nazionale di atletica, si è mobilitato il Paese. A Gimbo le attenzioni fanno bene, forse sono la migliore medicina: «Ringrazio tutti per il sostegno e l’affetto ricevuto. E’ andato oltre le aspettative, farò di tutto per meritarmelo» ha detto il portabandiera azzurro.
Tamberi risiede nel villaggio olimpico con tutte le precauzioni del caco. Ma ovviamente per cautela resterà un po' più isolato. Il programma è serrato. Martedì allenamenti, mercoledì mattina qualificazioni del salto in alto, la cui finale è in programma sabato sera allo Stade de France. In quel momento capiremo, forse anche Gimbo capirà, se il re di Tokyo è nella condizione di essere competitivo ai Giochi per cui ha sacrificato tutto, inclusa la fede caduta nella Senna durante la cerimonia d’inaugurazione in barca, fino a spingersi ai confini di uno stato di magrezza spettrale.
La solita rincorsa contro il tempo. Gimbo ci è abituato, ma questa volta l’asticella è piazzata molto in alto. Letteralmente.