La Germania (depressa) agli Europei sogna un'estate da favola e si affida a Toni Kroos: «Se sono qui possiamo vincere»

diMara Gergolet, inviata a Monaco

L'umore del Paese è nero, la Germania vuole ritrovare lo spirito dell'estate 2006, quando era possibile un patriottismo gioioso e aperto. Nagelsmann ha risollevato la squadra grazie al ritorno del campione Kroos al passo d'addio

Se solo tornasse «lo spirito del 2006». Quando la Germania, restia e titubante all’inizio dei Mondiali, fu travolta da una marea di tifo e turisti. Di fan che, come dice lo scrittore-musicista Thees Uhlmann, «seduti in piazza davanti alle fontane, bevendo birra, pensavano: in fondo è piacevole qui». Fu l’estate che non portò la coppa — complice un sinistro a giro di Fabio Grosso, che fece godere gli italiani e lasciò ai padroni di casa il terzo posto —, però cambiò per sempre la percezione che la Germania aveva di sé. Da lì in poi era lecito esporre le bandiere nere-rosse-oro sui balconi. Si scrisse che il Paese, finalmente capace di gioire con un patriottismo aperto e accogliente, si era un po’ liberato anche del proprio passato cupo. 

Fu un’estate favolosa, o una «favola d’estate» (Sommermärchen), diventata proverbiale. Se solo potesse tornare, in questa Germania che cresce meno di tutti i Paesi del G7, dove l’Afd d’estrema destra è secondo partito, e dove l’umore è bassissimo. Però, chissà. Chissà che Julian Nagelsmann e il suo team non riescano nell’impresa che 6 mesi fa pareva impossibile. L’allenatore la sua squadra l’ha raddrizzata.

L'uscita di scena di Toni Kroos

A Monaco che si prepara ad aprire le danze è pieno di scozzesi. Con le maglie blu, con i kilt, in gruppo, in famiglia, omoni tatuati in gonna, scarponi e neonati in braccio. Non sono inglesi, i nemici storici. All’opposto, il nemico è comune. E quindi all’Allianz Arena stasera si parte con due squadre a cui non dispiacerebbe vedere l’altra passare il turno. Sarà the last dance di Toni Kroos. Ha scelto così, il fuoriclasse tedesco, di ritirarsi all’apice come non riescono i Modric e i Nadal. Imponendo a se stesso, e agli altri, di non sprecare l’occasione.

La richiesta di Nagelsmann

La risalita della Nazionale tedesca, sprofondata in un deserto di risultati subito dopo il Mondiale vinto nel 2014 e il terzo posto di Euro 2016 — sempre fuori ai primi turni nei tornei che contano — è iniziata a Natale. Quando Nagelsmann, 36 anni, il neoallenatore che sembrava dover fallire (sconfitto in casa da Austria e Turchia) come i predecessori, in tv fece quasi una dichiarazione d’amore a Kroos, chiedendogli di tornare. Il madridista accettò. E il gran ritorno, come per miracolo, rimise gli equilibri a posto. A marzo sono state battute Francia (a Lione) e l’Olanda. «Se sono qui — ha detto Kroos — è perché penso che possiamo vincere». Si può programmare un’uscita di scena migliore di una coppa sollevata a Berlino?

I talenti Musiala e Wirtz

I tecnici osservano che, tornato il direttore d’orchestra, s’è liberato spazio per gli altri. E così Gündogan, sollevato dal comando, è più libero. Nagelsmann ha fatto coesistere davanti i due talenti 21enni, Jamal Musiala e Florian Wirtz: sarà l’Europeo dell’esplosivo Musiala o dell’estro esercitato con sovrumana calma da Wirtz? Aggiungete Havertz dell’Arsenal. Mentre dietro chiudono la difesa Jonathan Tah e Antonio Rüdiger, che Carlo Ancelotti ha appena definito «semplicemente, il miglior difensore del mondo».

L'Europeo e la politica

Ce n’è abbastanza, come dice la più colta rivista di calcio tedesca — 11 Freunde — per una «decente euforia». Tutto dovrà filare liscio, certo, sperando che non ci siano attentati. Comincia il più politico degli Europei, con la Russia a casa e la Georgia e l’Ucraina — un Paese in guerra, un altro in rivolta — in campo. Ma questa è oggi l’Europa, più divisa e più in tensione che ai tempi della guerra fredda. E il calcio, per tutti gli scettici, è un rilevatore abbastanza preciso dello stato della società. I tedeschi lo sanno. E se mai si arrivasse in fondo sarebbe un sollievo collettivo in tempi grami. Le favole d’estate, e i bis, intanto bisogna sognarli.

14 giugno 2024 ( modifica il 14 giugno 2024 | 11:51)

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