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Quando gioca l'Italia agli Europei di calcio, in diretta: il calendario e le partite degli azzurri a Euro 2024
(Fabrizio Roncone) Abbiamo una sola possibilità per entrare dentro l’avventura di questo campionato Europeo e provare a divertirci anche stavolta: dobbiamo prima raccontarci la verità sulla nostra Nazionale che domani, a Dortmund, gioca in Germania la sua gara d’esordio. Tutta la verità. Senza farci sconti. Più ci diciamo bene come stanno le cose, più tutto quello che succederà agli azzurri e a Luciano Spalletti sapremo valutarlo con calma, senza ansie, con leggerezza, e magari pure con lampi di allegria.
Per cominciare: siamo i campioni in carica, ma non siamo tra i favoriti. Non lo eravamo neppure tre anni fa. Il cittì dell’epoca, Roberto Mancini — l’uomo che poi mancò clamorosamente la seconda qualificazione di seguito ai mondiali, mollandoci di colpo per andare a riempire il portafogli con i dollari degli arabi — riuscì però in un’autentica impresa. Certo nemmeno lui aveva a disposizione fuoriclasse. Al centro della sua difesa c’erano comunque ancora due anziani maestri come Chiellini e Bonucci. Ricorderete poi qualche azzurro che sbocciava (Donnarumma), e altri in una forma strepitosa (Verratti e Jorginho). Mancini fu estremamente abile a farsi bastare tutto questo. Aiutato dallo sguardo magnetico di Gianluca Vialli e aggiungendo un’idea di gioco precisa e ragionevole (andare avanti insieme, in gruppo, aiutandosi, palleggiando e soffrendo, se necessario). La fortuna, al martirio dei calci di rigore, si rivelò infine decisiva nel decidere di stare dalla nostra parte.
Qui l'articolo completo
Per cominciare: siamo i campioni in carica, ma non siamo tra i favoriti. Non lo eravamo neppure tre anni fa. Il cittì dell’epoca, Roberto Mancini — l’uomo che poi mancò clamorosamente la seconda qualificazione di seguito ai mondiali, mollandoci di colpo per andare a riempire il portafogli con i dollari degli arabi — riuscì però in un’autentica impresa. Certo nemmeno lui aveva a disposizione fuoriclasse. Al centro della sua difesa c’erano comunque ancora due anziani maestri come Chiellini e Bonucci. Ricorderete poi qualche azzurro che sbocciava (Donnarumma), e altri in una forma strepitosa (Verratti e Jorginho). Mancini fu estremamente abile a farsi bastare tutto questo. Aiutato dallo sguardo magnetico di Gianluca Vialli e aggiungendo un’idea di gioco precisa e ragionevole (andare avanti insieme, in gruppo, aiutandosi, palleggiando e soffrendo, se necessario). La fortuna, al martirio dei calci di rigore, si rivelò infine decisiva nel decidere di stare dalla nostra parte.
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