Lo smacco di Putin alla Nato: vola da Erdogan per parlare di Kiev

MOSCA — L’annuncio di un’imminente visita di Vladimir Putin ad Ankara — il suo primo viaggio in un Paese Nato in quattro anni — rilancia le speranze di una mediazione turca in Ucraina, ma invia anche un messaggio di forza all’elettorato russo e all’Alleanza Atlantica. Una missione turca di Putin si vociferava già dallo scorso giugno ed era «in preparazione» almeno dall’inizio di settembre, quando il leader turco Recep Tayyip Erdogan aveva reiterato il suo invito al presidente russo incontrandolo nella sua residenza estiva di Sochi. Ora c’è una data.

Il viaggio avverrà in febbraio, ha annunciato ieri il consigliere del Cremlino per la politica estera Jurij Ushakov, probabilmente giorno 12 secondo Ria Novosti, in piena campagna elettorale sia per Putin che per Erdogan. Il 17 marzo si terranno infatti le presidenziali russe e il 31 marzo le elezioni locali turche. Per Putin volare in un Paese Nato a ridosso del secondo anniversario dell’offensiva contro Kiev vorrà dire smentire agli occhi degli elettori l’isolamento internazionale, ma anche dare uno schiaffo alla Nato.

Al centro dei colloqui, ha spiegato Ushakov, ci saranno «le questioni ucraine». Il consigliere nega però che Putin stia inviando «segnali» per trattare agli Usa. «È errato. Rispondiamo alle domande di diversi Paesi circa una nostra disponibilità e diciamo che eravamo pronti fin dall’inizio, ma non siamo stati noi a interrompere queste trattative, e siamo pronti ora». Un argomento dietro cui le autorità russe si trincerano da mesi alludendo alla bozza d’accordo negoziata a Istanbul nel marzo 2022 e accantonata da Kiev su pressione dell’allora premier britannico Boris Johnson.

«Ma non c’è nessuno con cui parlare, perché la parte ucraina ha proibito a se stessa di negoziare con i russi», ha aggiunto Ushakov riferendosi al decreto firmato dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky che proibisce di trattare con Putin. Certo è che, il 5 gennaio, Erdogan aveva ribadito a Zelensky la sua disponibilità a mediare e che anche nel faccia a faccia con Putin tornerà a offrirsi come negoziatore, benché finora si stia avvantaggiando delle sanzioni occidentali acquistando petrolio russo a prezzo ridotto e sia allettato dalla proposta di Putin di creare un “hub del gas russo” in Turchia per esportarlo in Europa. In agenda ci saranno anche altri progetti energetici: in ottobre dovrebbe entrare in funzione la centrale nucleare di Akkuyu finanziata da Mosca che ora punta ad accaparrarsi il progetto della seconda centrale turca che dovrebbe sorgere a Sinop.