Quando Kissinger allargò la crepa tra Mosca e Pechino
Caro Aldo,
Kissinger ha plasmato la politica estera degli Stati Uniti. Secondo lei, quali sono stati gli errori, se ci sono stati, che ha fatto Kissinger nella sua lunga carriera politica?
Sergio Guadagnolo
Henry Kissinger è morto: un gigante ci ha abbandonati. Lei che giudizio ne darebbe?
Roberto Bellia Vermezzo con Zelo
Cari lettori,
Il capolavoro di Kissinger fu intuire che la spaccatura che si era aperta tra Unione Sovietica e Cina poteva essere sfruttata a favore dell’Occidente. L’America democratica si era impegnata in Vietnam nella logica della guerra fredda e del colpo su colpo: come Truman aveva difeso la Corea del Sud, così occorreva difendere il Vietnam del Sud. Kissinger e Nixon fecero la mossa del cavallo. Il blocco comunista si era diviso, anche nel Sud-Est asiatico: il Vietnam era filosovietico, la Cambogia filocinese. Aprendo alla Cina, incontrando Mao, insinuando il piolo occidentale nella frattura aperta dentro la muraglia rossa, la difesa a oltranza del Vietnam non era più necessaria. Saigon fu abbandonata, sia pure in modo inglorioso. Non fu l’unica conseguenza drammatica: in Cambogia i Khmer Rossi, sostenuti dall’America in funzione anti-vietcong, si abbandonarono a massacri spaventosi, interrotti solo dall’invasione vietnamita (1979). Ma grazie anche a quel viaggio a Pechino voluto da Kissinger l’Unione Sovietica alla fine ha perso la guerra fredda, e in Cina vige il capitalismo sia pure ancora sotto falso nome. A Kissinger non viene giustamente perdonata la responsabilità di aver abbandonato la gioventù cilena nelle mani di Pinochet, e di aver alimentato la guerra civile nelle ex province dell’impero coloniale portoghese scivolate nella geografia dell’Africa filosovietica, dall’Angola al Mozambico. Tuttavia sarebbe ingenuo pensare che tutto questo fosse dovuto a un uomo solo. Era la logica del confronto globale. E anche dell’apparato militare-industriale, per usare il linguaggio di Eisenhower. Kissinger ebbe il merito di dare a quella forza bruta una saggezza, se si vuole un cinismo di stampo europeo, alla Talleyrand. Del conservatore illuminato aveva il disincanto non privo di visione. Da ultimo, ci ha messo in guardia sull’intelligenza artificiale: se le concederemo troppo potere, finiremo per mettere il nostro destino nelle sue mani, sino a farne una nuova divinità.
LE ALTRE LETTERE DI OGGI
L'ingiustizia
«La mia bambina, nata a Firenze, non risulta esistente»
Mi permetto di scrivere il mio sfogo da cittadina che si è trovata coinvolta in disservizi burocratici. Sono una madre la cui residenza è ancora a Roma nonostante siano già diversi mesi che abito a Firenze dove ho il domicilio sanitario, ma non sono riuscita a cambiare la residenza in quanto non ho trovato nessuno disposto a farmi un regolare contratto d’affitto. Questa era la premessa per far comprendere meglio il seguito: il 16 novembre ho partorito all’ospedale di Careggi, quindi mia figlia è nata a Firenze, ho richiesto l’assegnazione del pediatra all’Usl di Firenze munita del certificato che attestava la nascita rilasciato dall’ospedale, ma mi hanno riferito che sì potevo fare la scelta del medico a Firenze in quanto io madre avevo il domicilio sanitario, ma prima dovevo fare l’iscrizione all’Usl di Roma in quanto lì residente. Mi sono recata a Roma per l’iscrizione, ma avevano bisogno del codice fiscale della bimba. Con pazienza sono andata all’Agenzia delle entrate di Firenze ma la bimba non risultava esistente in nessun comune né a Firenze né a Roma anche se l’ospedale aveva fatto la denuncia al comune di Firenze il quale, per prassi, così si dice, l’ha trasmesso al comune di Roma. Ho avuto la promessa dal responsabile che si sarebbe relazionato con i comuni di competenza per risolvere il problema. Al momento aspetto ancora il codice fiscale della bimba. E io sono ancora costretta a pagare un pediatra privato. L’alternativa sarebbe portarla al pronto soccorso dell’ospedale Mayer, cosa assolutamente sconsigliata per un neonato di pochi giorni. Sono triste, mi sento davvero abbandonata dalle istituzioni.
Sara
REGIME TUTELATO
«Per conservarlo servono 75 o 76 anni?»
Gianfranco Rigoli , Verona;SANITÀ
«Visita neurologica domani a pagamento, oppure 9 mesi di attesa»
Mario DonettiCONDOMINIO
«C’è chi preferisce spendere di più piuttosto che riparare»
Paolo CellettiFISCO
«I finti poveri e i veri ricchi»
Fernando Esposito Tutte le lettere
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