La discussione sui superpoteri del premier non � chiusa. Il tavolo che sta preparando l’elezione diretta del presidente del Consiglio anche ieri non ha partorito l’articolato della futura legge costituzionale, anche se i presenti — come del resto era accaduto il giorno precedente — giurano che la questione � �praticamente chiusa�. La discussione riprender� oggi a mezzogiorno con l’obiettivo di mettere nero su bianco gli emendamenti concordati dalla maggioranza. Da sottoporre, in data da stabilirsi, al �tavolo dei leader� che avvier� il percorso delle quattro (minimo) approvazioni parlamentari previste per ogni modifica costituzionale. Oltre all’assai prevedibile referendum.
Riforme, trattativa serrata: intesa vicina sul «secondo» premier
Forza Italia: se cade il capo del governo si torni al voto. Tra i nodi ancora sul tavolo c’� il meccanismo per la revoca dei ministri

La ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati e il ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli
Tra i punti di frizione, il cosiddetto secondo premier. Nella bozza originaria, in caso di caduta di un governo si pu� assegnare l’incarico a un altro parlamentare della stessa maggioranza. Fratelli d’Italia vorrebbe limitare a casi particolarissimi la possibilit� di subentro, come per esempio la morte, l’inabilit� o le dimissioni del presidente del Consiglio. Questo per evitare di conferire al �secondo premier�, non eletto pi� poteri che a quello eletto dai cittadini: lui s� che avrebbe il super potere, di fatto, di sciogliere le Camere. Uno dei punti dell’intesa, inoltre, sarebbe che in caso di sfiducia il premier �numero uno� possa dimettersi o anche proporre al capo dello Stato lo scioglimento delle Camere.
Forza Italia � chiara: �Io sinceramente sono favorevole al simul stabunt, simul cadent — ha detto Antonio Tajani —. Se cade il presidente del Consiglio, si torna a votare�. Prima di ammettere con Bruno Vespa: �Per�, il dibattito � ancora lungo�. Tajani ha anche aggiunto che il premierato � un’idea di Berlusconi del 1995: �Lui si lamentava sempre che il presidente del Consiglio non pu� cambiare un ministro o un sottosegretario. Questo � un problema�. Insomma: �Se vogliamo un governo che funzioni, che rimanga in carica e sia efficiente, bisogna dare potere al premier, fermo restando che il presidente della Repubblica non perde i suoi poteri�. Tra le ipotesi, in effetti, � entrata anche la revoca dei ministri da parte del premier.
Ma c’� anche il tema dei poteri del Parlamento, che rischia di ritrovarsi sotto scacco nei confronti di un presidente del Consiglio a cui � legata la prosecuzione della legislatura. In questo contesto si aggiunge, sia pure su un altro fronte, la riforma del regolamento della Camera in gestazione, che include il contingentamento della discussione per la conversione dei decreti. Qualcosa che non irrita soltanto le opposizioni, ma anche la Lega. Sembra dunque di capire che in vista non ci sar� una riduzione del numero dei decreti. Tra le possibilit� incluse nella discussione sul regolamento di Montecitorio, anche la soppressione del �tempo di decantazione�, le 24 ore che devono passare tra la dichiarazione di fiducia e il relativo voto.
Per tornare al premierato, il voto di fiducia potrebbe essere nei confronti del governo e non del premier (gi� eletto dal popolo). L’idea � che questo darebbe un ruolo al Parlamento anche nella formazione dell’esecutivo.
In ogni caso, oggi si riprende. Secondo i capigruppo di maggioranza al Senato, le questioni principali sarebbero ormai risolte. Si tratta solo, ha detto Maurizio Gasparri, di �dare forma costituzionale alle cose che ci siamo detti nella maggioranza. E poi, di sottoporle ai responsabili dei partiti�.
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31 gennaio 2024 (modifica il 31 gennaio 2024 | 21:44)
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