
Il sindacato dei militari della guardia di Finanza contro il governo: “Traditi e dimenticati. No al bluff sul rinnovo del contratto”
Mercoledì a Palazzo Chigi, al tavolo con i sindacati di polizia annunciato prima in Parlamento da Piantedosi e poi convocato ufficialmente ieri sera, ci saranno le rappresentanze sindacali di tutte le forze dell'ordine, militari compresi. Ma la partenza è già oscurata da nubi perché dopo le parole del ministro dell'Interno che giovedì al Senato aveva esplicitamente detto di aver avuto il via libera dalla premier Meloni per l'apertura del tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto di lavoro atteso da quasi tre anni, nella convocazione ufficiale arrivata ieri sera del contratto (almeno in questa prima seduta) non si fa cenno.

All'ordine del giorno per il momento solo il confronto sull'iter legislativo del pacchetto sicurezza. Un mezzo passo falso che oggi il sindacato dei militari della guardia di Finanza bolla come "un bluff" mettendo in guardia il governo dal prendete in giro gli oltre 480.000 appartenenti alle forze dell'ordine che attendono il nuovo contratto da quasi tre anni. "Traditi e dimenticati", così si definiscono i militari della guardia di Finanza in una nota molto dura.
“Nonostante la nostra attenta lettura, a quasi 800 giorni dalla scadenza, gli operatori in uniforme che tutelano la sicurezza e la legalità nel nostro Paese sono ancora lasciati nell’incertezza”, dice il segretario generale Luigi Credentino. “Questa mancanza di trasparenza e di impegno tangibile mette in luce il bluff del governo, che continua a ignorare le legittime richieste degli operatori in uniforme. Chiediamo al governo di evitare annunci infondati, tipo quelli degli ultimi giorni, per non deludere ulteriormente gli operatori del settore, già colpiti da un calo del 16% del potere d’acquisto negli ultimi tre anni”.