Khamenei ad Hamas: «Non entreremo in guerra»

di Guido Olimpio

L’ayatollah, pur assicurando sostegno morale e politico, avrebbe ammonito il rappresentante palestinese di non invocare un intervento diretto nel conflitto dell’Iran

Khamenei ad Hamas: «Non entreremo in guerra»

L’Iran sarebbe stato colto di sorpresa dall’assalto di Hamas e per questo avrebbe reagito in modo severo: non ci avete informato e allora noi non entreremo in guerra al vostro fianco.

A consegnare il messaggio — secondo fonti della Reuters Ali Khamenei, la Guida suprema, durante un incontro a Teheran con Ismail Haniyeh, la figura pi� importante di Hamas all’estero. L’ayatollah, pur assicurando sostegno morale e politico, avrebbe ammonito il rappresentante palestinese a non invocare un intervento diretto nel conflitto della Repubblica Islamica. A rivelarlo all’agenzia funzionari che hanno preferito restare anonimi per poter parlare liberamente.

Nei giorni successivi all’inizio della crisi sono emerse due interpretazioni da parte delle intelligence, analisi poi finite sui media. L’11 ottobre il New York Times ha scritto che Teheran era stata colta in contropiede dal Diluvio al Aqsa in quanto Hamas non aveva lasciato trapelare nulla per mantenere la massima sicurezza sul suo piano e probabilmente per garantire la propria autonomia. Opposta la versione del Wall Street Journal che ha raccolto indicazioni, sempre attribuite all’intelligence, su un coinvolgimento degli apparati clandestini dei pasdaran. Prima con ripetute riunioni svoltesi nei mesi precedenti al massacro, quindi con una riunione a Beirut durante la quale gli emissari iraniani hanno dato luce verde. Una manovra legata anche alla volont� di sabotare il dialogo tra Israele e le monarchie del Golfo.

Lo scoop della Reuters — vedremo se confermato non nelle parole ma nella sostanza — ha una sua �base�. Primo. I mullah sperano di raccogliere frutti senza dover rischiare troppo. Lo Stato ebraico � isolato e non hanno interesse a venire trascinati in un conflitto aperto. Secondo. Possono dimostrare l’appoggio alla causa palestinese in mille modi. Con diplomazia, aiuti concreti, sponde. Terzo. Il compito di usare le armi � affidato al vasto schieramento di fazioni, in gran parte sciite, presenti in Medio Oriente. Sono loro a mantenere il �cerchio di fuoco� con attacchi minori. Gli ultimi episodi riguardano un drone degli Houthi lanciato dallo Yemen e intercettato da una nave Usa nel Mar Rosso, e alcuni razzi sparati dal Libano: a questi l’esercito ha risposto con l’artiglieria. Quarto. Il dispositivo aeronavale da parte di Washington in Medio Oriente rappresentava un segnale di deterrenza netto ed era rivolto proprio a Teheran.

15 novembre 2023 (modifica il 15 novembre 2023 | 22:52)

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