GERUSALEMME — DAL NOSTRO INVIATO
� Dall’inizio dell’attacco di terra israeliano, noi civili a Gaza non abbiamo pi� visto i guerriglieri di Hamas. Sono nascosti, combattono e poi si eclissano. Non ne incontri pi� uno nelle strade, neppure di notte. Ed � questo uno dei motivi per cui mi fanno sorridere le affermazioni israeliane secondo le quali Hamas starebbe cercando tutt’ora di bloccare la fuga della gente da nord a sud. Inizialmente avevano consigliato di non farlo, ma era solo un suggerimento che io, tra l’altro, condivido: Hamas non ha posti di blocco, non impone controlli, semplicemente non c’�. Lo so perch� lavoro sul territorio. E questa assenza ha visto negli ultimi tempi crescere un certo malcontento. Tanti miei amici cominciano a chiedere se ne � valsa davvero la pena. � vero che l’attacco del 7 ottobre ha riportato la questione palestinese al centro della politica in Medio Oriente, per� adesso a pagare il prezzo della vendetta militare israeliana � la gente comune, i bambini, i malati negli ospedali�.
Sale la rabbia contro Hamas: «Loro spariti, noi moriamo»
Le voci dalla Striscia: a pagare il prezzo sono bambini e malati

In uno degli ospedali di Khan Younis i palestinesi piangono i loro cari uccisi nei bombardamenti israeliani (Ap)
Ieri siamo riusciti a riprendere contatto con Fadi Abu Shammala, direttore dei centri culturali di Gaza, una vecchia conoscenza con cui avevamo gi� parlato un paio di settimane fa. Con la moglie e i tre figli subito dopo l’inizio della guerra avevano lasciato il loro appartamento nei quartieri settentrionali di Gaza City per trasferirsi in quello paterno a Khan Younis, nel centro della Striscia. Ieri lui era a Rafah e stava cercando di raggiungere l’Egitto, il suo cellulare si era rimesso a funzionare.
Senza cibo
Cos� ci ha raccontato dell’ospedale Nasser di Khan Younis, dove lavora suo fratello. �Tutti gli ospedali sono in allarme nero. Al Nasser si sono rifugiati oltre 20.000 sfollati, oltre ai pazienti che sono a rischio epidemie e infezioni, crescono le malattie della pelle per la mancanza di igiene. C’� ancora elettricit�, non � al collasso totale come lo Shifa di Gaza centro. Ma da almeno 10 giorni manca il cibo. Non si trovano neppure le scatolette, dipendiamo dalla poca verdura che i contadini riescono a raccogliere. Ma il problema maggiore resta il sovraffollamento. A Khan Younis e nei campi profughi attorno vivevano circa 450.000 persone, adesso se ne sono aggiunte oltre 900.000. Troppe, nessuno sa come fare. Chi pu� sta da amici e parenti, ma la grande maggioranza semplicemente si accampa per la strada. Si scavano toilette improvvisate, semplici buchi nella terra. Ma nessuno lava, c’� immondizia ovunque, l’olezzo � insopportabile, ci sono insetti neri enormi che non avevo mai visto. I medici continuano a parlare del rischio colera, che adesso diventa pi� alto con le prime piogge�.
Fadi parla a lungo dell’economia della sopravvivenza. I costi sono triplicati, c’� il mercato nero dell’acqua. In un primo tempo sembrava che la gente potesse andare a lavarsi nel mare. Ma lui nega decisamente: �Gli israeliani fanno raid continui sulle spiagge, sono deserte, ed � un peccato perch� potrebbero offrire qualche forma di rifugio temporaneo�. Uno dei punti pi� pericolosi � il passaggio di Netzarim, lungo la piccola depressione di Wadi Azza, che divide in due la Striscia e dove gli israeliani spingono le masse che scappano verso sud. �I soldati sono a un centinaio di metri dal posto dove hanno piazzato le loro telecamere, vogliono filtrare gli sfollati per tenere la guerriglia isolata nella parte settentrionale. Ogni tanto gridano col megafono a qualcuno di fermarsi e andare con le mani in alto dalle loro pattuglie. Come fosse una selezione di massa: quasi tutti i fermati non tornano pi�. Abbiamo gi� migliaia di desaparecidos�, spiega.
Il prezzo dell’acqua
La carenza d’acqua resta gravissima. Manca l’energia per fare bollire quella sporca e cresce il mercato nero persino di quella non filtrata. Oggi si pagano 60 shekels (14,50 euro, ndr) per 1.000 litri, prima se ne pagavano 40 per 5.000. I poveri di ieri sono i ricchi di oggi e viceversa. �Chi aveva una Mercedes nuova non se ne fa nulla, non c’� benzina. I contadini con un asino e un carretto invece fanno affari d’oro, sono diventati i nuovi taxi popolari, richiestissimi�, dice. Quanto alla questione delicata del grado di popolarit� di Hamas, lui ripete con pi� forza ci� che solo pochi giorni fa pareva un fenomeno circoscritto: �Con il crescere delle vittime e il protrarsi delle sofferenze, la gente inizia a protestare. Pochi giorni fa ho visto un infermiere dell’ospedale Shifah accusare apertamente Hamas di non avere tenuto conto delle conseguenze del suo blitz il 7 ottobre. Ho visto che due con la barba poi l’hanno seguito, non so cosa sia successo. Ho visto un anziano in Salahaddin street gridare: “Dite a Ismail Haniyeh che sta nel suo esilio dorato nel Qatar e altri capi di Hamas che io sono Abu Hamza del campo profughi di Shati e li accuso di essere collaborazionisti degli israeliani!”. Solo pochi giorni fa una cosa del genere sarebbe stata impensabile. Per� questi malumori in genere restano segreti�.
14 novembre 2023 (modifica il 15 novembre 2023 | 09:03)
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