L’esperto Usa: “Quelle degli Houti sono operazioni volute dall’Iran per destabilizzare gli Usa. Ma falliranno”
WASHINGTON — «Gli Houti continueranno a colpire nel Mar Rosso finché potranno, perché lo vuole l’Iran, che ha l’obiettivo di creare problemi e destabilizzare gli Stati Uniti e i loro alleati in ogni maniera possibile. Però non hanno la capacità di condurre attacchi terroristici fuori dal loro teatro e il blocco navale che stiamo di fatto imponendo davanti alle coste dello Yemen finirà per limitare ed esaurire le loro forze». È l’analisi dell’ex assistente segretario alla Difesa Lawrence Korb, oggi senior fellow del think tank democratico Center for American Progress.
Perché gli Houthi lanciano questi attacchi nel Mar Rosso?
«Stanno combattendo da una decina di anni per il controllo dello Yemen, per ordine e con l’aiuto militare dell’Iran. Teheran vuole creare problemi agli occidentali nella regione e quindi li sta usando per ostruire la rotta dei rifornimenti petroliferi e aumentare i costi. Dicono di farlo per contrastare Israele, ma non è vero: la guerra a Gaza è solo una scusa per giustificare questa strategia di lungo termine».
Perché puntano anche alle navi italiane?
«Perché fate parte del contingente internazionale e quindi diventate automaticamente obiettivi, come tutti gli altri».
Corriamo il rischio di attentati terroristici?
«Non credo. Gli Houti finora non hanno dimostrato di avere la capacità di operare fuori dal loro teatro. L’Iran invece ha ordinato a tutte le milizie associate, da Hezbollah in Libano a Kataib in Iraq, Siria e Giordania, di prendere di mira ovunque gli americani. Dal 7 ottobre abbiamo subito circa 170 attacchi».

La missione navale condotta dalle unità occidentali per prevenire gli assalti alle navi commerciali nel Mar Rosso è efficace?
«Stiamo facendo la cosa giusta, puntando prima di tutto ad abbattere droni e missili. Non vogliamo invadere lo Yemen, correndo il rischio di provocare vittime civili. Gli obiettivi che abbiamo preso di mira nel territorio controllato dagli Houti sono le basi usate da loro per colpire le navi nel Mar Rosso».
Ma gli attacchi continuano: la strategia scelta non funziona?
«Ad un certo punto esauriranno le capacità di proseguire le aggressioni, perché nello stesso tempo stiamo anche bloccando le navi che dall’Iran vanno verso lo Yemen. La dinamica potrebbe cambiare, se riuscissero a colpire qualche unità militare americana uccidendo dei soldati, come è accaduto in Iraq. In questo caso la nostra reazione sarebbe molto più dura. L’Iran capisce solo il linguaggio della forza, ed ha funzionato, perché da allora ha frenato gli attacchi delle sue milizie. Lo stesso accadrà contro gli Houti, se diventerà necessario a causa delle loro azioni”.