Mar Rosso, all’Italia il comando di tre missioni

La missione sarà una e trina: un solo schieramento di navi e aerei tra Mar Rosso e Oceano Indiano, attivo però in tre spedizioni diverse. E di tutte l’Italia avrà sostanzialmente il comando: un impegno rilevante dal punto di vista militare e politico perché, come ha detto pochi giorni fa il ministro della Difesa tedesco Pistorius, “agire in quelle acque è pericoloso”.

Richiesta di autorizzazione

La richiesta di autorizzazione della presidenza del Consiglio inoltrata al Parlamento offre indicazioni sulla mobilitazione del nostro Paese per presidiare le rotte chiave del commercio e proteggere i mercantili dagli attacchi degli Houti. Nel corso dell’anno ci saranno tre unità della Marina: al cacciatorpediniere Duilio e alla fregata Martinengo dovrebbe quindi aggiungersi un’altra fregata. Per l’intero 2024 avranno il supporto di un velivolo radar Gulfstream CAEW dell’Aeronautica: si tratta di uno strumento unico, in grado di sorvegliare cielo, mare e terra in un raggio di quasi trecento chilometri con l’elaborazione dell’intelligenza artificiale. E ci sarà pure un drone da ricognizione Reaper, probabilmente basato a Gibuti, che farà da vedetta avanzata per la squadra navale.

Il piano del governo prevede che possa essere chiesto il sostegno anche dei jet presenti in Kuwait: attualmente si tratta di quattro cacciabombardieri Tornado che contribuiscono al monitoraggio contro la rinascita dell’Isis in Iraq. Sono dotati solo di strumenti per la ricognizione e la difesa: dal 2016 i loro compiti non hanno mai previsto attività d’attacco.Questa è la forza sotto bandiera tricolore, che dovrà non solo partecipare ma gestire tre differenti missioni.

Le tre missioni

Due sono europee: la nuova Aspides per scortare il traffico commerciale e fare scudo alle incursioni degli Houti e la vecchia Atalanta che tiene lontani i pirati somali. La terza è una coalizione internazionale per la difesa della libertà di navigazione: si chiama CTF-153 ed ha quartiere generale in Bahrein all’interno della V Flotta statunitense. Si tratta della task force che porta avanti l’operazione “Prosperity Guardian”, annunciata dalla Casa Bianca e composta da una dozzina di nazioni, sempre per la protezione delle navi civili dagli assalti dei miliziani fondamentalisti. “Prosperity Guardian” è formalmente distinta dai mezzi Usa che bombardano le postazioni sul territorio yemenita, anche se attualmente il comandante è lo stesso ammiraglio statunitense.

La situazione cambierà presto, perché la guida passerà all’Italia. Allo stesso tempo, il nostro Paese sarà al vertice di Atalanta e avrà il comando operativo di Aspides: in pratica, le tre iniziative militari occidentali incaricate di ristabilire la rotta verso Suez saranno affidate a ufficiali della Marina Militare. La flotta dovrà farsi carico della presenza di tre unità molto lontano dalla Penisola, ma dallo scoppio del conflitto ucraino c’è sempre stato un lavoro straordinario della Marina: lo scorso anno in media venti navi sono state operative ogni giorno, con la necessità di presidiare pure il Mediterraneo Orientale.

La discussione martedì prossimo

Il Senato discuterà il provvedimento sulle missioni martedì prossimo, in ritardo rispetto agli altri partner europei che compongono la spedizione europea Aspides. Le fregate francesi e tedesche nel Mar Rosso sono già entrate in azione per abbattere i droni degli Houti diretti contro mercantili. Nel caso dei tedeschi, l’incursione aveva preso di mira proprio la loro unità: gli ordigni yemeniti sono stati distrutti a pochissima distanza, usando il cannone da 76 millimetri e i missili a corto raggio Ram. L’esordio della fregata Hessen sta provocando polemiche in Germania. L’unità ha aperto il fuoco contro un drone sconosciuto, che in realtà era americano: ha lanciato due missili contraerei che però non hanno funzionato “per un guasto tecnico”. L’incidente dimostra quanto sia complessa la situazione in quell’area, con velivoli di nazioni diverse che volano senza segnalare la posizione. Questo conferma la necessità di un coordinamento tra le forze occidentali, come quello che l’Italia potrà realizzare assumendo la guida delle tre operazioni più importanti. Ma anche l’urgenza per l’approvazione di Aspides da parte del Parlamento: è proprio il cacciatorpediniere Duilio che dovrà occuparsi della supervisione della flotta europea.