Su 7 in edicola venerd� 12 gennaio, la copertina � dedicata alla pugile Irma Testa e alla velocista Ambra Sabatini, due atlete che si batteranno all’Olimpiade di Parigi 2024. Un altro genere di forza.
Ambra Sabatini: «La gamba? Già sul luogo dell’incidente mi dicevo: non voglio restare zoppa. Se mi amputano è ok, tornerò a correre»
La velocista, medaglia d’oro alla Paralimpiade di Tokyo 2020: �Sapevo che con la protesi potevo tornare in pista. Sono stata fortunata�. E sul fratello gemello spiega: �Da bambini litigavamo spesso. Sono sempre stata una sua grande fa, Lorenzo � un ex calciatore. Adesso studia ed � lui a fare il fan. Abbiamo un ottimo rapporto�

Ambra Sabatini, 22 anni, nei 100 metri piani T63 alla Paralimpiade di Tokyo 2020 4 fotografata da Maki Galimberti (abiti Brunello Cucinelli, scarpe Mario Valentino, stylist Fabio Finazzi)
�Ho capito subito che avrei perso la gamba, cercavo di elaborare la cosa gi� sul luogo dell’incidente. Mi dicevo: “Se non la amputano resta un po’ di zoppich�o ed � peggio, io devo tornare a correre�. Compir� 22 anni tra pochi giorni Ambra Sabatini e quando ne aveva 17 - promessa del mezzofondo - � rimasta vittima di un incidente mentre con il padre andava agli allenamenti. Oggi � campionessa paralimpica e mondiale nei 100 metri piani. �La gamba era messa male ma sapevo che con le protesi potevo tornare in pista. Non ho pi� il ginocchio, ma il femore � intatto, mi sono concentrata da subito su quello che era rimasto. Sono stata fortunata�.
Una frase fortissima.
�Ne sono convinta: al momento dell’incidente, dietro di noi c’era un camion dei pompieri, mi hanno soccorsa tempestivamente. L’arteria femorale era recisa, senza di loro in tre minuti sarei morta�.
Com’� tornata ai blocchi di partenza?
�Grazie all’amore per lo sport. Non ho mai avuto dubbi, anche se sapevo che sarebbe stato difficile�.
La prima cosa che ha fatto dopo i mesi in ospedale?
�Ho chiesto di rivedere la pista di allenamento e poi sono andata al mare. Nuotare � stata la prima attivit� che ho ripreso quando ancora non riuscivo a correre. Ho anche pensato di gareggiare in vasca ai Campionati Studenteschi con i normodotati, mi ha fermato il Covid. Ma avrei fatto di tutto per tornare ad assaporare la gioia che solo lo sport sa regalare�.
�ALLA MIA NUOVA GAMBA HO DATO ANCHE UN NOME, SI CHIAMA “GAMBRA”. SE NON AVESSI AVUTO L’INCIDENTE CREDO CHE AVREI INSEGUITO IL SOGNO DI ENTRARE NELLE FORZE ARMATE�
La cosa pi� difficile da affrontare?
�Riprendere il ritmo con le faccende quotidiane, vedere che facevo fatica a stare al passo con la scuola perch� dovevo recuperare o stare seduta tante ore con la protesi. Ricordo che dopo l’incidente sono andata al centro commerciale con i pantaloncini corti e le stampelle, avevo tutti gli occhi addosso, c’era curiosit�. Poi quegli sguardi sono diventati sempre pi� irrilevanti, ho acquisito la consapevolezza che il mio corpo poteva fare tante cose. Sapevo di non avere limiti nemmeno con le stampelle. I limiti sono in chi ti guarda, occhi in cui non ho mai visto cattiveria, ma empatia�.
La prima volta che ha messo la protesi?
�Era l’11 settembre 2019. Ero contentissima, non vedevo l’ora di avere questo nuovo strumento che mi aiutasse a muovermi, per� la sentivo pesante e non riuscivo a controllarla. Poi ho preso confidenza ed � diventata una parte di me�.
Le ha dato anche un nome.
�Un amico in spiaggia l’ha chiamata “Gambra” e cos� � rimasta�.

Momenti di sconforto?
�In ospedale chiesi di stare da sola: volevo sentirmi autonoma, ma capii che non ero ancora pronta e ci voleva pazienza per tornare alla vita di tutti i giorni�.
� cresciuta velocemente.
�Sono sempre stata pi� matura dei miei coetanei, una che guardava avanti e non dava niente per scontato. Quando ero mezzofondista avevo tanti infortuni, certo rispetto a una gamba persa non erano nulla, ma per me che inseguivo il sogno di diventare un’atleta professionista rialzarsi dopo una caduta, uno stop, una sconfitta era uno scoglio da superare. E questo mi aveva gi� fortificata�.
Pensa mai a come sarebbe stata la sua vita senza l’incidente?
�Avrei inseguito il sogno di entrare nelle Forze armate o diventare allenatrice. Forse sarei un’universitaria�.
Un’universitaria lo � anche adesso, studia Scienze della Comunicazione.
�Ma sono molto in difficolt� perch� ho tanti impegni con lo sport. Per� la laurea resta un obiettivo�.

Quella di Tokyo � stata la sua prima Paralimpiade: debutto con medaglia d’oro.
�� stata particolare: dall’altra parte del mondo, a porte chiuse, avevo fatto solo una gara internazionale di qualificazione, ero a due anni dall’incidente e a uno da quando avevo ripreso a correre. Pensavo solo che volevo godermi l’esperienza, invece sono tornata a casa con un record del mondo, una medaglia d’oro e un podio tutto italiano insieme a Martina (Caironi, ndr ) e Monica (Contrafatto, ndr )�.
Che rapporto ha con loro?
�Bellissimo, mi hanno un po’ adottata. Sono diventate le mie migliori amiche. Condividiamo stress, sacrifici e gioie�.
Il 28 agosto torner� a Parigi, nella citt� dove il 13 luglio 2023 ha fatto registrare un nuovo record del mondo (13”98): ha un sogno per la sua seconda Paralimpiade?
�Ci vado con esperienza, quattro anni completi di preparazione e un Mondiale che mi ha dato molta fiducia. E questa volta ci sar� il pubblico a spingerci�.

Sugli spalti vedr� i suoi genitori e il suo gemello.
�Da bambini litigavamo spesso. Sono sempre stata una sua grande fan, Lorenzo � un ex calciatore, ha giocato anche nella Fiorentina. Adesso studia ed � lui a fare il fan. Abbiamo un ottimo rapporto�.
Non ci sar� Alessandro, il suo fidanzato storico.
�Ci siamo lasciati. Per ora la testa � concentrata solo sull’atletica�.
Il suo rapporto con i social?
�Ho iniziato a usare Instagram dopo l’incidente. Era un modo per mettermi alla prova, � l� che ho cominciato davvero a rendermi conto di cos’� il mio corpo. Ora sono pi� sicura, prima tendevo a nascondermi. Mi piace fare foto, penso che tante persone abbiano bisogno di vedere corpi diversi. Mostrarmi con la protesi cos� come sono credo sia importante�.
�SU INSTAGRAM MI SONO MESSA ALLA PROVA, � L� CHE HO COMINCIATO DAVVERO A RENDERMI CONTO DI COSA SIA IL CORPO, IL MIO CORPO. ORA SONO PI� SICURA�
Che Paese � l’Italia per chi ha una disabilit�?
�Per quanto riguarda le barriere architettoniche, c’� ancora tanto da fare per rendere le citt� pi� accessibili�.
Non solo corre, nuota, fa arrampicate, va in bici: la vedremo anche in altre discipline? O magari a Milano-Cortina 2026?
�Sono un animale da Olimpiade estiva. Dopo Parigi vorrei lavorare anche sul salto in lungo, chiss�.
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13 gennaio 2024 (modifica il 13 gennaio 2024 | 09:09)
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