«Prigionieri con i pannolini e alimentati con cannucce»: le rivelazioni sul campo di prigionia di Sde Teiman

diStefano Guarrera

Un reportage della Cnn: «Abusi e maltrattamenti subiti dai palestinesi di Gaza in un centro di detenzione nel deserto del Negev»

Prima dell'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre era una base militare israeliana. Oggi, Sde Teiman è un campo di prigionia nel deserto del Negev (a metà strada tra la Striscia di Gaza e la Cisgiordania) per palestinesi catturati a Gaza. Ma non è una prigione come le altre. Almeno stando a testimonianze - verbali, e ora fotografiche - arrivate da whistleblower israeliani. 

Già un medico che lavorava lì aveva inviato ad aprile una lettera (pubblicata anche sul quotidiano Haaretz) al procuratore generale israeliano in cui denunciava abusi e maltrattamenti

Ora però arrivano altre conferme. Un reportage della CNN ha trasformato i dubbi in certezze grazie alle testimonianze di ex detenuti a Sde Teiman e alle informazioni confidate da tre fonti israeliane che lavorano nel centro di detenzione

I campi per «combattenti illegali»: 45 giorni senza mandato di arresto

I campi di Sde Teiman, Anatot e Ofer (questi ultimi due si trovano in Cisgiordania) sono previsti dalla legge israeliana, approvata dalla Knesset, sui «combattenti illegali», che prevede un'ampliamento dell'autorità militare per la detenzione di sospetti militanti di gruppi islamisti. La legge consente una detenzione di massimo 45 giorni senza mandato di arresto. Superato questo termine, i detenuti devono essere traferiti nel sistema carcerario israeliano, dove le condizioni sono peggiorate dopo il 7 ottobre.

«Ci vedevano come animali»

Due fotografie pubblicate dalla testata americana mostrano il campo di prigionia che con ogni probabilità è quello di Sde Teiman (sono state confrontate alcune strutture visibili nelle fotografie con delle immagini satellitari). Gli uomini, tutti in tuta grigia, sono seduti per terra, su sottilissimi materassini, bendati e ammanettati fino ad avere gravi ferite ai polsi e costretti a tenere le braccia alzate per un'0ra se parlano tra di loro. Al calar del buio, la «tortura notturna». I testimoni hanno raccontato che i soldati lanciano granate sonore contro il recinto del campo, sguinzagliando cani di grossa taglia sui 70 detenuti addormentati. «Il solo fatto di essere lì mi faceva sentire complice degli abusi», ha raccontato un informatore alla CNN, mentre un uomo rilasciato ha confidato: «Non ci vedevano come esseri umani ma come animali».

«Il privilegio di stare senza la benda»

Le guardie urlano «uskot!», ovvero «zitti!» in arabo, mentre sono ricorrenti pestaggi «non fatti per raccogliere informazioni ma per vendetta», racconta un'altra fonte all'emittente statunitense. Alcuni prigionieri diventano Shawish, cioè scagionati dalle accuse di legami con Hamas e al posto di essere rilasciati fungono da traduttori tra i soldati dell'Idf e gli altri prigionieri. A loro è concesso il privilegio di non essere bendati: «All'inizio non potevi vedere l'oppressione, ma quando mi hanno tolto la benda, ho osservato la portata dell'umiliazione e parte della mia tortura è stato poter vedere come le persone venivano torturate», ha raccontato Mohammed Al-Ran, capo dell'unità chirurgica dell'ospedale indonesiano di Gaza prima di essere catturato da Tsahal. 

L'«ospedale»

Ma il luogo peggiore di Sde Teinam non sarebbe la prigione: ma «l'ospedale». Le testimonianze raccontano che l'odore di quella struttura, una volta entrati, è quello di ferite lasciate a marcire. Un luogo dove i feriti sarebbero tenuti su dei letti ammanettati al letto tramite i polsi e le caviglie, bendati e nudi (portano un pannolino). Sarebbero alimentati attraverso delle cannucce. A volte sarebbero stati amputati loro gli arti a causa delle manette: operazioni spesso eseguite da medici sottoqualificati («lo chiamano il paradiso degli stagisti») cui verrebbe detto di non firmare i referti. A uno dei testimoni, non qualificato per questi interventi, è stato ordinato di eseguire procedure mediche sui detenuti palestinesi. Il medico che aveva scritto la lettera di aprile scriveva che «le operazioni di quelle strutture non rispettano una singola sezione tra quelle che riguardano la salute nella legge sull'incarcerazione dei combattenti illegali».

L'esercito israeliano, contattato dalla CNN, ha risposto che «garantisce una condotta adeguata nei confronti dei detenuti in custodia» aggiungendo che «qualsiasi accusa di cattiva condotta da parte dei soldati viene esaminata e le indagini vengono aperte quando vi è il sospetto di una condotta che giustifichi tale azione». 

10 maggio 2024

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