Nemico dell’Iran e dei Talebani, cos’è l’Isis Khorasan

Lo Stato islamico ha rivendicato l’attentato terroristico che mercoledì ha ucciso oltre 80 iraniani, in maggioranza civili, durante un pellegrinaggio alla tomba del generale Soleimani a Kerman, quattro anni dopo il suo assassinio per mano americana. Il gruppo fondamentalista sunnita parla di «un doppio martirio» e fa i nomi di due attentatori suicidi, Omar al-Mowahid e Sayefulla al-Mujahid, pubblicando anche una loro foto a volto coperto prima dell’operazione.

I due si sono fatti saltare in aria durante le commemorazioni, in mezzo alla folla, e non lontano da un museo che era un tempio del fuoco zoroastriano: questo potrebbe spiegare perché nel comunicato i fanatici parlano di “politeisti” sciiti, usando l’appellativo alla stregua di infedeli e spiegando l’operazione suicida come una risposta alla politica regionale dell’Iran.

È molto probabile che a compiere i due attentati sia stato l’Isis Khorasan (Iskp), una branca regionale dello Stato Islamico che ha base nella provincia afghana del Khorasan - anche se nel comunicato si parla solo di Isis Iran. L’Iskp parte dall’Afghanistan ma agisce anche in parte di Pakistan, Iran e altri Paesi dell’Asia Centrale. In Afghanistan l’Iskp ha ingaggiato una guerriglia di logoramento con i talebani che considera “apostati” traditori e “agenti degli americani”. Ma colpisce anche altrove e in passato ha già fatto attentati in Iran. Nei precedenti attacchi, gli aggressori provenivano solitamente da paesi dell’Asia centrale, erano stati addestrati in Afghanistan e avevano ricevuto istruzioni durante brevi soggiorni in Turchia.

Per capire con esattezza dove e come è stato pianificato il massacro di Kerman bisognerà aspettare di avere maggiori dettagli sul profilo dei kamikaze, ma la chiusura delle frontiere con Afghanistan e Pakistan decisa dall’Iran suggerisce che le stesse autorità di Teheran ritengono che siano entrati da Paesi confinanti. L’Iskp del resto è acerrimo nemico dell’Iran sciita e punta a vendicare la compagna condotta dal generale Soleimani contro l’Isis in Iraq e in Siria. «Abbiamo punti al confine tra Afghanistan e Pakistan che costituiscono una priorità da bloccare», ha detto giovedì il ministro degli Interni iraniano, Ahmad Vahidi.

Secondo l’Onu, l’Isis-Khorasan conta 2.200 miliziani armati concentrati nella provincia montana di Kunar, al confine con il Pakistan. Un contingente composito, di cui fanno parte militanti pashtun pakistani fuggiti dal loro Paese, disertori afghani, estremisti uzbeki e, in numero più limitato, reduci arabi di quello che fu lo Stato islamico siro-iracheno. Secondo Aaron Y. Zelin, analista tra i massimi esperti di Iskp, il gruppo del Khorasan «si è indebolito in Afghanistan durante il secondo anno al potere dei talebani», ma ha «espanso la sua capacità di operazioni all’estero».