Ganna sfida Evenepoel per la medaglia d'oro nella cronometro alle Olimpiadi di Parigi 2024

diMarco Bonarrigo 

Filippo Ganna è pronto al duello con Remco Evenepoel per la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Parigi, che sarebbe il primo titolo olimpico individuale della sua carriera. Per lui pronto un nuovo bolide 

Nel momento più moscio della centenaria e gloriosa storia del ciclismo italiano (zero tituli, zero talenti in circolazione, zero squadre di alto livello), a due passi da uno dei luoghi simbolo della storia di questo sport (i Campi Elisi) l’onore dell’Italia che pedala si appoggia anche oggi sulle spalle larghissime di un ragazzone piemontese abituate da anni a reggere il peso della nostra tradizione: Filippo Ganna, 28 anni appena compiuti, due volte campione del mondo di una disciplina ferocemente dolorosa come la cronometro individuale.

Alle 17 e 20 minuti Pippo si lancerà dalla pedana montata sull’Esplanade des Invalides lungo un percorso (32 chilometri, roba da specialisti puri e da velocità motociclistiche) che discende la Senna fino a Place de La Bastille, si avvita attorno al Bois de Vincennes con pochissime curve e poi risale il corso del fiume fino al Ponte Alexandre III, paralizzando la città il giorno dopo la grande cerimonia. Gli occhi di tutti saranno su Filippo e sul ragazzo belga che partirà 90” dopo di lui in virtù della maglia iridata, Remco Evenepoel.

Ganna ed Evenepoel, due mondi diversi per lo stesso obiettivo 

Due scuole antiche, due fisici antitetici (venti centimetri e venti chili di differenza), due percorsi di avvicinamento opposti in una sfida tra i massimi talenti a livello planetario: Remco ad affinare la gamba al Tour (terzo dietro a Pogacar e Vingegaard), Pippo a rifinirla in solitudine tra l’altura di Livigno e la pista dove la prossima settimana proverà a difendere il titolo dell’inseguimento a squadre di Tokyo, quello del miracolo contro la Danimarca. Gli altri, tranne forse il giovane fenomeno britannico Joshua Tarling, dovrebbero cortesemente (o almeno lo speriamo) limitarsi a fare gli spettatori.

Con Ganna oggi scende in pista tutto il ciclismo italiano più virtuoso. Quello che da anni mescola con coraggio la pista e la strada nell’unica nazione europea senza un velodromo coperto perfettamente agibile con quello di Montichiari in perenne restauro e Spresiano che resta sulla carta. Quella dove ogni talento (compreso Pippo, da anni alla corte degli inglesi di Ineos) emigra in squadre estere per poter emergere visto che le nostre si sono estinte da anni, dove gli allenatori sono i migliori al mondo anche se si arrangiano con mezzi di fortuna e i corridori si sacrificano senza fiatare, ricavandosi lo spazio per vincere dopo essersi adattati anche al gregariato di lusso ma rispondendo sempre alle chiamate della Nazionale come fa puntualmente Ganna.

Un nuovo bolide per rompere la barriera del suono 

L’Italia della migliore industria ciclistica del mondo che oggi mette sotto la sella di Pippo il nuovo Bolide della veneta Pinarello che tra tubi a squame di balena e aerodinamica da razzo interplanetario dovrebbe permettergli di rompere la barriera del suono per regalarci e regalargli il suo primo titolo olimpico individuale. Fedele alla linea delle poche parole del suo spirito di montanaro, allergico alle dichiarazioni per innato pudore, Filippo pensa sempre a «spostare un metro dopo la linea del traguardo la soglia del dolore che quando pedali contro il tempo, siano i quattro minuti dell’inseguimento o l’Ora in pista o una cronometro, è sempre atroce, volgare, brutto. Se ci pensi a freddo dici che mai più vorresti tornare a morire così, ma poi ti svegli e riparti perché in fondo questa vita io me la sono cercata e, sarò matto, mi piace tanto».

27 luglio 2024

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