Piemontesi alle Olimpiadi, Ludovico Blu Art Viberti (nuoto): «A Parigi per la finale»
Il ranista: «Non vado per partecipare. L’obiettivo è di essere tra i migliori 8 al mondo»
Il tempo della felicità è 59”27. È il crono che vale un sogno inseguito a lungo, cercato con ferrea volontà e grande impegno quotidiano e anche con scelte forti, come quella di lasciare gli Stati Uniti per tornare ad allenarsi a casa. Ludovico Blu Art Viberti è il volto nuovo del nuoto italiano che vola a Parigi per le Olimpiadi. Ventiduenne, torinese, l’atleta del Centro Nuoto Torino ha conquistato il pass per i Giochi nei 100 metri rana centrando la qualificazione al Settecolli di Roma a fine giugno.
Cominciamo dal suo nome.
«Mio papà voleva chiamarmi Blu poi ha raggiunto un compromesso con mia mamma per Ludovico; Art è il diminutivo di Arturo, mio nonno paterno».
Adesso il sogno olimpico è realtà.
«Sapevo da tre mesi che mi sarei giocato tutto a Roma, sapevo che sarebbe stata l’ultima chiamata perché c’era soltanto un posto a disposizione. Più che il cronometro, stavolta contava soltanto arrivare davanti agli altri».
Così è stato, primo pensiero?
«Ci ho messo un paio di giorni per realizzare... A questi traguardi si lavora per quattro anni; magari allora era soltanto un sogno ma io sono sempre stato in crescita e piano piano da sogno si è trasformato in obiettivo. È il punto esclamativo di un percorso partito da lontano. Ora la mia mente è già proiettata a Parigi. Vivo questi giorni con grande divertimento, sarà la gara più importante della mia vita e quindi sarà una grande emozione. Spero di arrivarci con la forma fisica attuale».
Per festeggiare, sui social ha scritto: “Scommetti contro di me, l’ho sempre saputo. Ci vediamo a Parigi”. Significa?
«Ero un underdog, sapevo che non ero tra i papabili per la qualificazione, così ho avuto per tutto l’anno la mentalità di chi non ha nulla da perdere ma che al tempo stesso ha sempre saputo che quello era il mio potenziale. Ho sempre avuto fiducia nei miei mezzi e nel lavoro».
Ci aiuta a conoscerla meglio?
«Sono un ragazzo che ama porsi obiettivi, la competizione, gareggiare, che si nutre dell’adrenalina della gara».
Che cosa le ha dato l’esperienza negli Usa nel 2022?
«Sono stato al Florida Southern College, a Lakeland, vicino a Tampa.È stata una fantastica esperienza di vita, sono cresciuto e maturato moltissimo, mentre l’aspetto sportivo mi ha un po’ deluso. Non ho trovato gli stimoli che cercavo e non sono cresciuto molto, pur vincendo un titolo Ncaa. Così ho fatto delle scelte: sentivo dentro di avere grandi margini di miglioramento e un grande potenziale e avevo voglia di dimostrarlo. All’orizzonte c’era Parigi ed ero consapevole che a Torino potevo contare su coach Satta per il salto di qualità, così ho deciso di tornare a casa. Allenarmi con due campioni come Alessandro Miressi e Benedetta Pilato mi dà grandi stimoli, loro hanno già vissuto tantissime esperienze e vinto tanto».
Un atleta cui si ispira?
«Ammiro molto Nicolò Martinenghi: gareggiamo molto insieme, riesco ad osservarlo, a capire i suoi punti di forza, a provare a rubargli qualche segreto. Lui è il più forte ranista italiano, imparo molto».
Quando è arrivata la svolta della sua carriera?
«Nel 2023, con la qualificazione alle Universiadi: è stata la prima volta in Nazionale e, tornato a casa ad agosto, non avevo voglia di andare in vacanza. Ho ricominciato con una carica in più che prima non avevo, volevo farne parte ancora. Poi una cosa tira l’altra: la qualificazione ai Mondiali di Doha, il Settecolli...».
In famiglia ci sono altri sportivi?
«Mia sorella Eleonora, 19 anni, e mio fratello Federico, 15 anni, nuotano pure loro; Federico sta facendo il mio percorso, mi vede come l’esempio e a me piace dargli consigli».
Come si immagina il 27 luglio alla Défense Arena quando ci saranno le batterie?
«Come una bellissima esperienza, affronterò la gara come so, mi caricherò grazie all’ambiente, l’adrenalina salirà. Sicuramente non sono uno che si fa prendere dalle emozioni o dalla paura, più ci sono cose in gioco più mi carico. La verità è che ci andrei già domani ma anche l’attesa di per sé stessa è bella».
Il prossimo sogno?
«Non vado per partecipare. L’obiettivo è di centrare la finale e di essere tra i migliori otto al mondo. Farò di tutto per raggiungerlo».