Biden, anche Clooney lo scarica. Oggi la conferenza stampa decisiva: e tra i delegati Nato c'è chi incontra i trumpiani

diViviana Mazza

Il futuro della candidatura del presidente degli Stati Uniti sarà deciso dopo il summit della Nato. E Nancy Pelosi lascia intuire il disagio che si vive nel partito

DALLA NOSTRA INVIATA 
WASHINGTON 
Ai margini del summit della Nato alcune delegazioni europee, specialmente dell’Est e del Nord Europa, hanno incontrato figure vicine a Donald Trump come il generale Keith Kellogg e come l’ex segretario di stato Mike Pompeo, scrive il Financial Times . «Noi non l’abbiamo fatto per mostrare rispetto per Joe Biden finché è al governo del Paese», dice al Corriere un alto funzionario europeo. «Penso che sia molto pragmatico incontrare anche l’opposizione politica, ma è anche questione del momento e del livello politico, al mio livello non sarebbe furbo... Ma è logico prepararsi per il futuro, e lo stiamo facendo».

Non si parla pubblicamente della salute del presidente Biden al summit della Nato, ma dietro le quinte «non si parla d’altro», ci dice un diplomatico americano. Biden ha aperto il summit con un discorso «forte, deciso» — così lo ha definito la Cnn — per celebrare il 75° anniversario della Nato, ma poche ore dopo è diventata virale sui social una dichiarazione ripresa in video di George Stephanopoulos, il giornalista che ha intervistato Biden venerdì scorso, che non pensa che il presidente possa sostenere un altro mandato.

Il test più grande sarà la conferenza stampa di oggi alle 17.30, in cui Biden non avrà il gobbo elettronico come alla commemorazione dell’anniversario della Nato. Ma anche questa prova potrebbe non essere sufficiente. Il Cook Political Report sposta sei Stati da «in bilico» più vicini a Trump: «Gli attuali numeri di Trump tra elettori neri e ispanici sono incompatibili con ogni vittoria plausibile dei democratici».

Biden ha detto proprio a Stephanopoulos che i giornalisti dovrebbero chiedere ai leader della Nato che cosa pensano. Il presidente americano li ha accolti ad uno ad uno ieri a mezzogiorno. «Non vedo l’ora di vedere Biden», ha proclamato Keir Starmer, il nuovo premier britannico prima di un bilaterale. E ieri Biden li ha ospitati tutti a cena alla Casa Bianca alle 8 di sera, dopo una lunga giornata che lo ha visto tentare di rassicurare i sindacati al mattino e poi partecipare ai lavori del summit dalle 13 alle 16 circa.

Durante la foto di famiglia del summit un giornalista del «pool» ha gridato «Signor Presidente, Nancy Pelosi la supporta ancora?». Biden non ha risposto ma poco prima Pelosi — deputata ed ex speaker tuttora potentissima nel partito — faceva intuire in una intervista tv il disagio nel partito («Sta a lui decidere. Lo stiamo incoraggiando a decidere», ha detto, anche se Biden ha già affermato di aver deciso di correre). Ma Pelosi ha rimandato il discorso a dopo il summit: «Qualunque cosa uno stia pensando non deve metterla subito sul tavolo, vediamo come va questa settimana».

Poche ore dopo George Clooney ha sganciato la bomba: un editoriale sul New York Times in cui scrive che Biden non può vincere a novembre e che quando l’ha incontrato alla raccolta fondi a Hollywood del 15 giugno «non era il Joe grandioso del 2010 e nemmeno quello del 2020, era lo stesso uomo che l’America ha visto al dibattito tv». Brutale anche l’editoriale di Peter Spiegel sul Financial Times: la domanda non è cosa accadrà se Biden lascia ma se Biden resta — scrive — poiché la fiducia dell’«establishment geopolitico» è irreparabilmente danneggiata dalla sensazione di essere stati imbrogliati sulla sua salute.

Il temine che circola al summit in questi giorni è «Nato a prova di Trump», con accordi di lungo periodo per assicurare il sostegno all’Ucraina. Ma in privato, racconta Jim Sciutto della Cnn, tutti sanno che la scadenza è a breve periodo: quattro mesi. Anche se vengono promessi fondi, anche se il Congresso si è mosso per evitare che un presidente possa unilateralmente lasciare la Nato, anche se il comunicato finale contiene l’impegno all’ingresso di Kiev nel lungo periodo, è difficile fare accordi a prova del comandante in capo della principale nazione della Nato. «Tutti stanno aspettando novembre», incluso Putin, ha detto l’ucraino Zelensky.

11 luglio 2024 ( modifica il 11 luglio 2024 | 07:03)

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