Avete sicuramente visto anche voi il video di mia figlia, Naama Levy. L’hanno visto tutti. L’avete vista mentre l’afferravano per i lunghi capelli castani e la trascinavano dal pianale di una Jeep, un’arma puntata contro, chiss� dove a Gaza, i pantaloni della tuta grigia macchiati di sangue. Forse avrete notato le ferite alle caviglie, i piedi nudi e la sua andatura zoppicante. � gravemente ferita. � terrorizzata. E io, sua madre, in questi attimi di orrore sono del tutto impotente.
«La ragazza della jeep è mia figlia Naama: è ostaggio degli stupratori di Hamas, liberatela adesso»
L’appello di Ayelet Levy Shachar, madre di Naama Levy, 19 anni, rapita il 7 ottobre. �Sognava una carriera diplomatica. Spero che quello che affronta da ostaggio non cambi la sua visione del mondo�

Il 7 ottobre, Naama aveva trascorso la notte nel Kibbutz Nahal Oz quando � stata svegliata dagli scoppi assordanti di una raffica di missili. Alle 7 del mattino, mi ha inviato un messaggio WhatsApp: �Ci siamo rifugiati nella stanza blindata. Mai sentito una cosa del genere�. Sono state le sue ultime parole, da allora non ho pi� sue notizie.
Il giorno dopo ho visto il video, ma la ragazza del filmato era talmente imbrattata di sangue, i capelli sporchi e aggrovigliati, che era difficile capire se fosse veramente lei. Proprio allora il padre di Naama mi ha chiamato per confermare la tremenda notizia.
Prima di quel giorno, in ogni video girato dalla nostra famiglia Naama appariva felice, ballava con gli amici, rideva con i suoi fratelli, in poche parole si godeva la vita. Naama ha solo 19 anni, ma sar� per sempre la mia piccolina. Una ragazza che crede davvero che c’� qualcosa di buono in ciascuno di noi. Le piace lo sport e sogna una carriera nella diplomazia. La sua grande passione � aiutare le persone bisognose.
Quando era ancora una bambina, aveva preso parte alla delegazione �Le mani della pace�, che riunisce giovani americani, israeliani e palestinesi impegnati nel cambiamento sociale in ogni parte del mondo. Ma oggi quel video, che non rappresenta minimamente la vita da lei condotta fino a quel 7 ottobre, � tutto ci� che il mondo conosce di lei.
Sono rimasta sconvolta quando le Nazioni Unite e le organizzazioni femministe si sono rifiutate di prendere atto degli stupri e degli atroci crimini sessuali commessi da Hamas contro le donne, solo perch� le vittime sono ebree. Ci sono voluti due mesi per vedere finalmente riconosciute le dimensioni e la brutalit� della loro aggressione. Nel frattempo, gli esperti israeliani stanno raccogliendo le prove.
Shari, una volontaria nell’obitorio militare di Shura, ha riferito al Washington Post: �Abbiamo visto molti corpi di donne con gli indumenti intimi insanguinati, ossa rotte, fratture alle gambe e al bacino�. Questi stessi mostri che si sono macchiati di tali crimini oggi tengono in ostaggio mia figlia. Diciassette sono le ragazze ancora tenute in cattivit�. La loro et� va dai 18 ai 26 anni. Non posso fare a meno di pensare a quello che tutte loro, insieme alla mia Naama, potrebbero subire in ogni istante della giornata. All’inferno, ogni minuto dura un’eternit�.
Questo luned� Matthew Miller, portavoce del dipartimento di stato americano, ha dichiarato che Hamas si rifiuta di liberare queste ragazze �per timore che parlino di quello che hanno dovuto subire durante la loro prigionia�.
E tutti sanno esattamente a che cosa si riferisce.
Che cosa fareste, se da due mesi vostra figlia fosse ostaggio di stupratori e assassini?
Forse la domanda da porre � un’altra: che cosa non fareste?
Nell’ultima settimana e mezza, decine di ostaggi sono stati liberati. I resoconti della loro prigionia fanno gelare il sangue. Emily Hand, una bambina di nove anni, ha raccontato al padre che credeva di essere rimasta sottoterra, prigioniera di Hamas, per un anno intero. Danielle Aloni � stata catturata con la sua bambina Emilia e costretta a implorare la liberazione degli ostaggi in un video girato da Hamas. La ricordiamo, mentre grida la parola adesso, achshav in ebraico. Quell’ultima parola, adesso, urlata da Danielle, quel grido primordiale � ci� che si nasconde nel cuore di ciascun ostaggio, e nel cuore dei loro familiari. � l’urlo che riecheggia nel profondo della mia anima in ogni momento di ogni giorno.
Oltre ad essere la madre di Naama Levy, sono anche medico di pronto intervento e responsabile sanitario della squadra di calcio femminile di Israele. Lavoro quotidianamente con le ragazze e conosco benissimo quali sono i pericoli derivanti dal trascorrere giorni e giorni immerse nell’oscurit�, senza cibo a sufficienza, n� cure mediche, n� possibilit� di provvedere alla propria igiene di base. Come madre, mi preoccupo: i carcerieri avranno dato un cambio di vestiti puliti a mia figlia, o Naama porta ancora quegli stessi pantaloni inzuppati di sangue che indossava al momento della cattura?
C’� un motivo per cui donne e bambini sono stati liberati per primi. Le ragazze pi� giovani rischiano di restare traumatizzate molto pi� a lungo. Donne e ragazze sono vulnerabili a molte pi� forme di violenza, dalle infezioni alle gravidanze causate dagli stupri. Pi� si prolunga la prigionia di Naama, pi� si aggraveranno le violenze alle quali sar� soggetta, e maggiori sono le probabilit� che soffrir� di stress post traumatico per il resto della sua vita. Quando verr� liberata, mi auguro che l’immagine del suo rapimento, e la sua sofferenza, non andranno a offuscare la sua visione del mondo.
Nel frattempo, il tempo scorre nella clessidra, e la sabbia in essa racchiusa non � infinita.
Le 17 ragazze ancora tenute in ostaggio non sono merce di scambio da negoziare in sede diplomatica. Sono figlie, e una di loro � mia figlia. Il mio urlo primordiale dovrebbe essere l’urlo di tutte le madri, in ogni angolo del pianeta. Riportatela a casa, adesso!
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10 dicembre 2023 (modifica il 10 dicembre 2023 | 07:01)
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