Crisi Napoli, come la favola dello scudetto è diventata una farsa

di Bruno Delfino

Errori, appagamento, fughe e cessioni. E la grande incognita di chi allener� la squadra l’anno prossimo

Crisi Napoli, come la favola dello scudetto è diventata una farsa

Scurd�mmoce ‘o ppassato. Quello recente, il terzo scudetto, trent’anni dopo Maradona, ma anche il fallimento, la serie B e via ricordando. Qui e ora. Dimenticare tutto � l’antidoto per la depressione post scudettum. Il Paradiso e l’Inferno, le due facce di Napoli e del Napoli. La grande bellezza di un anno fa, la grande bruttezza di una squadra di fantasmi. Non era mai successo che i campioni d’Italia implodessero a ritmo retrocessione.

Eppure, guardando la formazione, ai calciatori immortalati nella canzone di Liberato, �‘O core nun tene padrone�, manca solo Kim. Eppure... Come non assimilare il Fujtevenne di eduardiana memoria, al messaggio lanciato dalla fuga di Spalletti e Giuntoli, due pilastri dello scudetto. Un tatuaggio e via. La scelta del tecnico, cittadino onorario, di bucolico aveva solo il verde e l’azzurro di altri campi mentre il direttore sportivo � corso ad abbracciare la sempre amata Juve. Pance piene, contratti in scadenza, voglia di cambiare aria, crollo fisico e mentale che parte da lontano, come certificato dal triplice tonfo con il Milan. Sintomi che avrebbero dovuto suggerire cessioni eccellenti e innesti di qualit�, in linea con quanto fatto due anni fa con Kim, sostituito con Natan, serie B brasiliana, e Kvara. Ignorarli ha prodotto una squadra che gira a vuoto, senza gambe e senz’anima. A tenere banco � stato solo l’estenuante e ricchissimo rinnovo con tanto di super clausola di Osimhen. Guadagna dieci volte pi� del suo talentuoso e oggi irriconoscibile compagno di reparto.

Un dato che spiega gli stracci pubblicamente volati tra il bomber azzurro e l’agente del georgiano, reo di averlo dato promesso sposo d’Arabia. Casting da cinepanettone tra quaranta papabili, una serie di no grazie, la chimera Conte, il ripiego Garcia, il richiamo dell’allenator prodigo Mazzarri. Tutto sotto il segno di Aurelio De Laurentiis, nella triplice veste di presidente, direttore sportivo e (quasi) allenatore. La favola che diventa farsa.

� la somma che fa il totale per dirla con Tot�: 28 punti in classifica, nono posto e -20 dalla vetta. Contro il Torino l’ennesima figuraccia e tutti in castigo con la speranza di ritrovare in ritiro se non il gioco perduto, almeno la dignit� e il rispetto per la maglia del trionfo. Metterci la faccia e addossarsi le colpe � un primo importante passo, ma alla diagnosi deve seguire la terapia. Chi allener� il Napoli che verr�? Chi sar� il direttore sportivo? Chi onorer� lo scudetto da qui alla fine del campionato? Chi vestir� e far� sudare la maglia azzurra senza tricolore? Sbagliare � umano, perseverare � diabolico, giusto presidente?


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12 gennaio 2024 (modifica il 12 gennaio 2024 | 07:03)

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