I genitori del reporter Evan Gershkovich: “Italia e Ue premano su Putin perché liberi nostro figlio, non è una spia”

Philadelphia — Prima di tutto, l’angoscia di vedere due genitori costretti ad implorare per la libertà del figlio, vergognosamente usato come ostaggio dal Cremlino: «Evan — dice il padre Mikhail Gershkovich, rispondendo con coraggio a Putin — stava facendo il suo lavoro di giornalista. Non è una spia». Poi, col garbo e la dignità che non abbandonano mai lui e sua moglie Ella, l’appello affinché tutti i governi dell’Europa democratica, Italia inclusa, alzino la voce per difendere il bene prezioso della libertà di informazione: «Sarebbe molto utile se lo facessero, chiedendo la sua liberazione».