IL GIORNALISTA Parenzo: «Nel mirino come un criminale. I miei figli hanno tolto il logo della scuola ebraica dalle divise»
Il giornalista contestato per la partecipazione alla manifestazione del 25 Aprile con la Brigata ebraica e il capo rabbino Di Segni; «I miei figli hanno tolto il logo della scuola ebraica dalle divise». Il precedente alla Sapienza
David Parenzo, giornalista, conduttore de L’aria che tira su La7, lei ha già subito una contestazione alla Sapienza come membro della comunità ebraica, cosa altro le è successo ieri?
«La protesta di alcuni studenti è arrivata sotto gli studi dove lavoro, mentre ero in diretta. Pare che in una chat si fossero dati appuntamento là, alle 11».
Qual era il motivo della protesta?
«Era relativa a quanto è accaduto durante la manifestazione del 25 Aprile: denunciavano aggressioni verbali».
Ma lei che c’entra?
«Niente. Io ho solo partecipato alla manifestazione del 25 Aprile con la Brigata ebraica e il capo rabbino Riccardo Di Segni».
Che clima c’era?
«Impressionante. Per fortuna c’era un vasto schieramento di forze dell’ordine ma la tensione era fortissima».
Torniamo a ieri: è andato a parlare con i manifestanti?
«No, non mi andava di creare altra tensione e mettere a rischio le persone che lavorano con me. Mi sono limitato a darne conto al termine della trasmissione».
In che modo?
«Ho detto che non è mai bello che un giornalista diventi la notizia e che io sono aperto al dialogo».
Ha avuto paura?
«No, ma sono finito nel mirino come fossi un criminale e non mi piace essere trattato come un criminale per cose di cui non ho alcuna responsabilità, cose che riguardano il governo in Israele».
La protesta ormai dilaga anche negli Usa.
«C’è un pessimo clima anche da noi. Mi arrivano tante segnalazioni dalle comunità».
Di che tipo?
«Di persone che non possono andare in giro con la kippah (copricapo tradizionale, ndr ) temendo di diventare bersaglio di aggressioni».
Succede anche a lei di usare qualche accortezza?
«I miei figli, che hanno 8 e 10 anni, hanno tolto il logo della scuola ebraica dalle loro divise scolastiche».
Trova che la questione venga strumentalizzata dalla politica in Italia?
«Non mi pare. Io ho avuto una solidarietà bipartisan».
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