LA PROTESTA Sit-in pro-Palestina davanti alla sede de La7. Slogan contro Parenzo. E lui: «Aperto al confronto»
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Sit-in fuori da La7 degli studenti di Cambiare Rotta e Osa, che denunciano violenze subite ieri mattina alla manifestazione per il 25 aprile a Roma. Parenzo: «Io con la Brigata ebraica»
Sit-in fuori dagli studi di La7 a Roma degli studenti dei collettivi Cambiare Rotta e Osa (qui il video), che denunciano violenze subite ieri mattina alla manifestazione per il 25 aprile nella Capitale. «I veri violenti sono i sionisti che ci hanno lanciato sassi e bombe carta, due di noi sono rimasti feriti alla testa. I sionisti, come veri squadristi, sono venuti per picchiare e fra loro con la Brigata ebraica c'era David Parenzo, quello che ha criticato noi studenti di essere violenti», hanno detto gli studenti, una ventina di manifestanti che davanti agli studi dell'emittente televisiva hanno esposto striscioni e gridato slogan come «mai più genocidi» e «ora e sempre Resistenza». Già il 9 marzo Parenzo era stato contestato all'università Sapienza, dove gli era stato impedito di intervenire a un convegno organizzato dal movimento studentesco di destra Azione universitaria: «Un sionista non può parlare», gli avevano urlato contro.
«Parenzo facci salire»
«Parenzo facci salire», «Vergogna!», hanno insistito oggi i manifestanti davanti alle porte del centro di produzione di La7, in via Umberto Novaro nel quartiere Prati. Gli studenti hanno riportato che David Parenzo fosse con la Brigata ebraica, ieri alla manifestazione a Porta San Paolo, e chiedono al giornalista «di fare dietrofront, di condannare quello che è successo e di prendere le distanze». «Il sionismo è solo violenza», hanno aggiunto.
La replica di Parenzo
Ieri Parenzo aveva spiegato di trovarsi a Porta San Paolo insieme al rabbino capo e al presidente della Comunità ebraica per partecipare alla cerimonia e deporre la corona, e che avrebbe querelato chi lo accusava di aver preso parte alle tensioni con i manifestanti filo palestinesi. «Signor Parenzo, si rimangia quello che ha detto riguardo agli studenti contro la guerra?», hanno anche chiesto al megafono i ragazzi rivolti verso le finestre degli studi televisivi. Al termine del presidio, il gruppo ha lasciato un barattolo di mais, simile a quelli lanciati ieri dai manifestanti della Brigata ebraica verso i filo palestinesi.
«In studio spazio per tutti»
Poi Parenzo è intervenuto nel corso del suo programma, «l'Aria che tira», precisando: «In questo studio c'è spazio per tutte le idee e per tutte le opinioni, lo abbiamo dimostrato e continueremo a farlo. Sono per il confronto e per dare la parola a tutti. Questa mattina, alle 11, di fronte a La7 è stata convocata una manifestazione da parte di questo gruppo di studenti. Alcuni dei quali, mi dicono, sono quelli che mi avevano contestato alla Sapienza. Non so perché siano venuti qui. Io ieri mattina alle 8 ho partecipato, come ogni anno, alle manifestazioni del 25 aprile. Sono un antifascista. Anche ieri sono andato e l'ho fatto, come ho fatto spesso, con la Brigata Ebraica, che nulla a che vedere con lo stato d'Israele».
Il giornalista ha aggiunto: «È una Brigata, racconta la storia, che ha partecipato assieme agli angloamericani alla Liberazione dell'Italia. Sono andato lì con il Rabbino capo di Roma, professor Riccardo Di Segni, con il presidente della Comunità ebraica Victor Fadlun e con altre autorità. Come ho fatto sempre. Ci sono state manifestazioni, cortei, proteste alle quali ovviamente non ho partecipato. Il mio intento, come quello degli altri che erano lì, era solo ricordare un gruppo di persone che hanno contribuito alla Liberazione. Ogni manifestazione è legittima, basta che non ci sia violenza. Rinnovo l'appello e l'invito a tutti a confrontarsi nei luoghi deputati. Anche le piazze devono essere un luogo di confronto, in cui non deve esserci la militarizzazione, quindi deve essere concesso a tutti di dimostrare pacificamente la propria opinione», ha concluso.
Solidarietà, da Fi a Iv
A stretto giro arriva la solidarietà dalla politica. Enrico Borghi (Iv) scrive sui social: «Fermiamo subito un antisemitismo che si manifesta nella nostra società, nelle università, nei cortei o in queste inaccettabili irruzioni in redazioni giornalistiche. Ieri ero presente a Milano, quando si insultavano le persone che al corteo del 25 aprile portavano i cartelli con i nomi dei lager nazisti dove venne compiuta la Shoah». Maurizio Gasparri (Fi e membro della commissione di Vigilanza Rai) dice: «Conosco bene e rispetto David, che non è certamente un uomo di destra, ma siccome è ebreo deve subire il razzismo antisemita di pezzi di sinistra. Contro questi razzisti le autorità competenti devono intervenire. Il razzismo antisemita della sinistra sta esplodendo. Non lo si può tollerare e non lo si può sottovalutare. I partecipanti a questo sit-in devono essere perseguiti anche in base alla legge Mancino. Immagino siano stati identificati e immagino che la magistratura agirà con immediatezza», conclude Gasparri.
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