Nuove disavventure sui taxi di Roma

Caro Aldo,
non parlo male dei tassisti per sport, ma a me a Roma sono capitate due cose fastidiose: la coda a Termini dove eravamo noi clienti ad aspettare i taxi che arrivavano con il contagocce; e un itinerario un po’ troppo lungo per raggiungere Monte Mario dal Vaticano. Come turista, mi aspetto di più dalla Capitale.
Filippo Bianchi

Ho letto della nuova norma che potrebbe obbligare Uber a svolgere il servizio richiesto solo trascorsa un’ora dalla corsa precedente. Si continua a non fare niente per migliorare il servizio taxi e ci si preoccupa solo di creare nuove difficoltà ai cittadini e alla concorrenza. Siamo sempre più arretrati.
Marco Sestini, Roma

Cari lettori,
Se già si fatica a trovare taxi a marzo, figuratevi cosa accadrà quando arriverà l’alta stagione turistica, che sta per cominciare (e non oso pensare alla Roma del Giubileo). I sindaci di sinistra non riescono a intervenire, i presidenti di Regione di destra li boicottano, i capi dei tassisti non si accontentano di privilegi per quanto assurdi. Hanno promesso di ridistribuire tra loro l’incasso della vendita delle nuove licenze, ma non basta; non vogliono proprio nuove licenze, né più Ncc, né Uber. Per tirarci un po’ su il morale, vi racconto quel che mi è successo sabato scorso. Ho un appuntamento di lavoro, e chiamo un taxi via App. Mi accade l’esperienza più temuta: la moglie del tassista. Non la tassista, che è bravissima; la moglie del tassista. Non è una questione di genere, ma di esperienza: il tassista è un mestiere difficile, non è che lo può fare chiunque. Per un privilegio corporativo che un boiardo medievale definirebbe superato, e sempre per non aumentare le licenze, la stessa licenza può essere usata da più persone in famiglia. La moglie del tassista si riconosce subito perché non sa dove andare, e bersaglia il marito di telefonate e whatsapp per chiedere lumi. Il marito, che tenta di godersi il meritato riposo, la tratta malissimo. Una volta una signora che aveva confuso la Salaria con la Flaminia ebbe una crisi di pianto. Stavolta la moglie del tassista è arrivata, su una vettura incidentata, con dieci minuti di ritardo e 15 euro già da pagare; vi risparmio il resto. Finito l’appuntamento di lavoro avevo prenotato un taxi con la fidata cooperativa Samarcanda: è arrivato un professionista che in pochi minuti, senza infrangere le norme, mi ha portato in stazione. Gli ho chiesto il nome: si chiama Alessandro De Cesaris, e mi ha ricordato il dottor Francesco Bernetti Evangelista, il medico di Fermo che è andato a visitare la paziente a casa e le ha salvato la vita. Voi direte: dov’è la notizia, ha fatto il suo dovere. E vi pare poco?

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LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L'ingiustizia

«Bollette insolute all’indirizzo vecchio, e io resto senza luce»

Avevo due contratti con una importante compagnia fornitrice di elettricità per la stessa abitazione nella provincia lombarda, con addebito bancario delle bollette. D’un tratto, un contatore non funziona. Chiamo due elettricisti che ci lavorano un paio d’ore, senza risultato. Chiamo l’azienda e scopro che già dall’aprile 2023, per imperio, il contratto è passato a un’altra società e che essendoci 5 bollette insolute (aprile 2023-febbraio 2024), hanno staccato la luce. Mai avvertito né del passaggio, né delle bollette. Faccio le mie rimostranze alla nuova società. «Le abbiamo mandato tutto per posta». «Rinviatemele». Scopro così che erano indirizzate alla mia vecchia abitazione di Milano, venduta da anni, nella quale non ho più la residenza. Ma vedo anche che c’è anche l’indirizzo del «punto di fornitura», da loro mai preso in considerazione. Ricevute, per email, le bollette, vengono subito saldate in banca. L’impressione di essere sotto ricatto è deplorevole. Nel corso dei contatti telefonici scopro che: 1) parlo sempre con interlocutori diversi che si presentano solo col nome («Il cognome non siamo autorizzati a darlo»); 2) che non esiste un codice identificativo aziendale che normalmente scatta alla risposta; 3) che non danno un numero specifico di telefono (così occorre sempre rispiegare tutto a tutti); 4) che nessuno di loro conosce l’esistenza dell’ufficio legale aziendale. In una telefonata successiva mi spiegano che in ottobre hanno inviato una raccomandata (al vecchio indirizzo) che è tornata indietro. Naturalmente, si sono ben guardati dal rimandarla al «punto di fornitura», quando per risolvere tutto bastava staccare la corrente. E, adesso che so come si chiama, cambierò gestore.
Leo Camardi, Milano

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI - IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI - L'OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI - L'INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L'AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L'ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA - LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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