Elezioni Francia, i sondaggi guardano a destra: i centristi esclusi al ballottaggio
Rassemblement national al 33 per cento. L’attuale coalizione di governo che include Renaissance di Emmanuel Macron, Modem di François Bayrou e Horizons di Edouard Philippe si ferma al 18 per cento
«In una democrazia non si può temere il popolo», dice Emmanuel Macron difendendo la sua contestata decisione. E quindi, come voterà il popolo?
Secondo il sondaggio Ifop/Lci diffuso lunedì sera, al primo turno del 30 giugno il Rassemblement national è dato in prima posizione con il 33% delle intenzioni di voti, davanti al Nouveau Front Populaire con il 28%. L’attuale coalizione di governo che include Renaissance di Macron, Modem di François Bayrou e Horizons di Edouard Philippe si ferma al 18 per cento. Quanto alla destra gollista dei Républicains, in profonda crisi dopo le lotte interne sull’alleanza o meno con il RN, un suo candidato avrebbe il 5% se indipendente e il 4% se sostenuto dal Rassemblement national. Il partito di Eric Zemmour, Reconquête!, indebolito dal ritorno di Marion Maréchal accanto alla zia Marine Le Pen, è dato al 3%.
Queste stime nazionali non fotografano i rapporti di forza che variano nelle 577 circoscrizioni elettorali. Ma il sondaggio indica che in linea di massima i candidati del blocco centrale macronista hanno minore possibilità di qualificarsi per il secondo turno del 7 luglio, rispetto ai candidati dei due blocchi di destra del Rassemblement national con alcuni gollisti dei Républicains, e quello di sinistra del Nuovo Fronte Popolare.
Bisognerà vedere come le percentuali si traducono in seggi, e secondo le attuali proiezioni il Rassemblement national avrebbe la maggioranza relativa, ovvero sarebbe il primo partito all’Assemblea nazionale, non troppo lontano dalla soglia dei 289 seggi che danno la maggioranza assoluta.
Una soglia che cambierebbe tutto, e che potrebbe essere raggiunta anche grazie a qualche deputato gollista pronto, come il presidente del partito Eric Ciotti, ad abbandonare la tradizionale opposizione del partito di De Gaulle all’estrema destra.
Il partito di Marine Le Pen e di Jordan Bardella aveva 8 seggi nel 2017, quando Emmanuel Macron prese il potere. Dopo le elezioni legislative del 2022 gli 8 seggi sono diventati 89, e la sera del 7 luglio potrebbero arrivare a 195-245. A fine 2023 i Républicains avevano commissionato all’istituto Ipsos un sondaggio segreto su ipotetiche elezioni legislative, poi rivelato nel marzo scorso, che per la prima volta indicava la maggioranza assoluta come un traguardo difficile ma non impossibile per il RN. Molto dipenderà da come voteranno gli elettori dei Républicains e di Macron in un ballottaggio che veda esclusi i loro candidati. Preferiranno il RN a destra o il NFP a sinistra? L’effimero presidente temporaneo dei Républicains, François-Xavier Bellamy (leader per qualche giorno, prima che il tribunale restituisse la carica al filo-Bardella Eric Ciotti), ha detto che voterebbe «ovviamente per il candidato RN», e già nel 2022 il partito di Macron invitava a valutare «caso per caso». La pregiudiziale anti-RN conta sempre meno, ed è affiancata da un trasversale sentimento «mai per Mélenchon» che penalizza il NFP.