Sindrome dell’Avana: cos’è, quali sono i sintomi e quali i casi più famosi
LONDRA – Vertigini, mal di testa, spossatezza, nausea, ansietà, alterazioni sensoriali, perdite di memoria: sono alcuni dei sintomi attribuiti alla sindrome dell’Avana, il misterioso malessere manifestatosi tra diplomatici e agenti americani nel mondo, che secondo le nuove rivelazioni giornalistiche di Insider, 60 Minutes e Der Spiegel è provocato da onde energetiche utilizzate dal Gru, il servizio segreto militare russo. Ecco una breve storia della presunta arma segreta di Vladimir Putin contro l’Occidente.
Cosa c’entra Cuba
È chiamata sindrome “dell’Avana” perché i primi casi sono stati segnalati nella capitale cubana. Nel 2016 cominciano a circolare notizie che diplomatici americani stazionati sull’isola caraibica soffrivano di insoliti e inspiegabili disturbi. In una prima fase 26 cittadini Usa in servizio a Cuba rimangono colpiti dalla sindrome, che si sviluppa all'improvviso: la vittima inizia a sentire strani rumori come se provenissero da una direzione specifica, qualcuno la descrive come una vibrazione, altri come il ronzio che si ascolta guidando con i finestrini dell'auto abbassati. Il fenomeno, la cui durata varia da 20 secondi a 30 minuti, si verificava sempre quando i diplomatici erano a casa o in un albergo. Anche decine di funzionari dell’ambasciata canadese a Cuba hanno riportato sintomi del genere. Il nome ufficiale assegnato al caso dall’intelligence americana è “incidenti sanitari anomali”.
Gli altri casi
Nel 2018 diplomatici americani basati in Cina, tra cui numerosi agenti della Cia, hanno manifestato sintomi analoghi. Poco prima un incidente simile è stato denunciato da un funzionario dell’ambasciata americana in Uzbekistan, l’ex-repubblica sovietica in Asia Centrale. Nel 2019 un funzionario della Casa Bianca ha lamentato improvvisi sintomi debilitanti mentre portava a spasso il cane nei sobborghi di Washington. Nel 2020 un episodio è avvenuto nel prato adiacente alla Casa Bianca. Altri casi sono stati segnalati a Berlino, in Australia, in Colombia: uno dei peggiori a Vienna, sede dell’Agenzia Atomica Internazionale, dove più di venti diplomatici e funzionari americani hanno sofferto sintomi collegabili alla sindrome. Complessivamente, più di mille casi sono stati riportati nel mondo, avendo sempre come obiettivo diplomatici, agenti o funzionari occidentali.
Le accuse
Durante la sua presidenza, Donald Trump ha accusato apertamente Cuba di essere responsabile, riducendo al minimo lo staff dell'ambasciata americana all’Avana: un’accusa respinta con fermezza dal governo cubano, che ha condotto a sua volta studi sulla vicenda senza fornirne una spiegazione. Altre accuse hanno puntato il dito sulla Russia, che ha negato a sua volta ogni responsabilità. Successivi studi medici in America hanno rilevato nelle vittime un danno cerebrale paragonabile a quello subito da chi è esposto all’onda d'urto di un'esplosione, ma senza riuscire a determinarne le cause precise. Un’ipotesi è che si tratti di onde elettromagnetiche ad alta frequenza o di altre forme di energia a frequenza radio, sparate sul bersaglio dell’attacco. Altri studi attribuiscono il fenomeno a tossine, pesticidi, disturbi psicosomatici o psicogeni.I precedentiAnche in passato la Russia ha sviluppato e usato armi che causano danni al cervello, come nel caso dei “Moscow signals”, la trasmissione di microonde contro l’ambasciata americana di Mosca tra il 1953 e il 1976 durante la Guerra Fredda. Ed è nota l’esistenza di una unità speciale del Gru, il servizio di spionaggio militare russo, che fa uso di sostanze speciali per attacchi clandestini all’estero, come le operazioni per avvelenare due ex-spie russe dissidenti in Inghilterra con polonio radioattivo e gas nervino nel 2006 e nel 2018.
Lo studio
Nel 2022 uno studio della Central Intelligence Agency (l’agenzia di spionaggio americana) non ha trovato prove del coinvolgimento di potenze ostili in 976 dei 1000 casi di sindrome dell’Avana esaminati. Lo stesso anno un rapporto del Dipartimento di Stato Usa ha definito “improbabile” che i sintomi riportati siano il risultato di un attacco da parte di un Paese straniero. Ma i sospetti continuano e secondo alcuni il governo americano avrebbe preferito minimizzare la vicenda per non intimorire il proprio personale diplomatico all’estero, almeno fino a quando non venissero scoperto prove definitive. Come potrebbe succedere ora con l’inchiesta di Insider.