Gli Stati Uniti puntano alla creazione di una coalizione aeronavale per mantenere la sicurezza in Mar Rosso dopo gli attacchi da parte della fazione filoiraniana Houti . Contatti sono gi� in corso con numerosi partner: si tratta di una riedizione di un’entit� gi� esistente. Nell’aprile del 2022 il Pentagono aveva annunciato la creazione della Task Force 135, con comando nel Bahrein, con il compito di pattugliare dal Canale di Suez a Bab el Mandeb. Una costola multinazionale della pi� ampia Combined Maritime Force di cui fanno parte 38 paesi, Italia inclusa. Ma questo dispositivo, dove sono entrati anche stati mediorientali, probabilmente ha dei problemi a muovere contro guerriglieri di fede sciita operanti nello Yemen e spalleggiati dall’Iran. Washington, allora, ha valutato una nuova opzione, resa pi� urgente dalla raffica di casi gravi.
Mar Rosso, gli Usa vogliono una coalizione aeronavale anti-Houti
Washington valuta come affrontare i ribelli sciiti dello Yemen (armati dall’Iran) che dall’inizio della guerra a Gaza hanno compiuto diverse azioni contro Israele. C’� per� prudenza per il timore delle ripercussioni su commercio e relazioni internazionali

Ribelli Houti con la bandiera yemenita e palestinese lo scorso novembre (Epa)
Le azioni dei ribelli yemeniti dopo l’inizio della guerra a Gaza
Con l’inizio del conflitto a Gaza gli Houti hanno lanciato droni e cruise contro il territorio dello Stato ebraico, successivamente hanno preso di mira il naviglio di propriet� israeliana ed hanno sequestrato una petroliera . Poi ancora con �spari� in direzione di cargo ma anche di un’unit� dell’Us Navy. In questo modo i miliziani hanno dimostrato la loro adesione all’Asse della resistenza formato da movimenti vicini all’Iran, si sono inseriti da protagonisti nella crisi mediorientale, hanno usato il loro arsenale in un contesto non pi� solo locale, hanno provato a Teheran (che li ha armati) di essere efficaci. La Repubblica islamica, a sua volta, ha permesso agli insorti di aprire un loro fronte, attivo persino nei giorni di pausa nella Striscia quasi che fosse una storia separata. E questo in un contesto dove non mancano le �sfumature�.
Il possibile ruolo strategico del mercantile iraniano
In un episodio gli americani sono riusciti a salvare una petroliera catturando 5 assalitori definiti �somali� mentre inizialmente si era pensato agli sciiti yemeniti. La precisazione ha portato a ipotizzare ad una rinascita della pirateria (una volta cronica, per� pi� a sud) ma anche ad una mossa degli Houti: avrebbero ingaggiato dei predoni africani trasformandoli in corsari. Inoltre, � tornata l’attenzione sul mercantile iraniano Behshad, all’ancora da mesi nel mezzo del Mar Rosso, e ritenuto una base dei pasdaran, un avamposto dal quale assistere i loro alleati nelle incursioni. Una mappa ha evidenziato come la Sophie II, la Number 9 e Unity Explorer, tutte target di attacchi, fossero piuttosto vicine al �vascello� iraniano.
La cautela degli americani e i problemi per commercio e relazioni
L’impatto � stato ancora pi� profondo per l’atteggiamento prudente della Casa Bianca nonostante le provocazioni, i tiri e l’abbattimento di un drone Reaper impegnato in un volo di ricognizione. La cautela statunitense ha ragioni complesse. Gli Usa vogliono evitare lo scontro diretto con i militanti, per� non possono permettere pericoli al libero transito sulla rotta commerciale. Anche perch� deviare una parte del flusso attorno all’Africa comporterebbe costi altissimi. Devono offrire garanzie a sauditi ed emirati, gi� in lotta con gli sciiti nella guerra yemenita e timorosi di ripercussioni economiche. Stesso impegno in favore di Gerusalemme che per� ha gi� promesso una risposta dura nel caso dovessero continuare gli strike.
Qualche osservatore ha messo in guardia su un rischio futuro: al momento le aggressioni si sono concentrate su navi �israeliane� ma gli Houti — se volessero alzare il livello della sfida — potrebbero decidere di aprire il fuoco su qualsiasi mercantile diretto verso i porti israeliani. E, a chiudere, non manca una nota polemica dei critici. Joe Biden, nel febbraio 2021, tolse i miliziani dalla lista nera del terrorismo, un gesto distensivo in nome del dialogo. Da allora di cose ne sono successe.
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11 dicembre 2023 (modifica il 11 dicembre 2023 | 12:26)
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