Colera, Oms: ‘Oltre 700mila casi nel 2023. Servono più scorte di vaccini e altre misure salvavita’
Il Gruppo di coordinamento internazionale (ICG) sulla fornitura di vaccini chiede un’azione immediata per arginare un’ondata pluriennale senza precedenti di casi di colera in tutto il mondo
Un mese dopo l'allarme lanciato da Unicef sulla nuova, potente, ondata di colera che ha colpito 13 Paesi in Africa orientale e meridionale, senza contare i casi più recenti ad Haiti, anche l'Organizzazione mondiale della sanità torna a suonare l'allarme: secondo il Gruppo di coordinamento internazionale (ICG) sulla fornitura di vaccini, è necessaria un’azione immediata per arginare un’ondata pluriennale senza precedenti di casi di colera in tutto il mondo.
Anche in Italia, l'anno scorso, un 71enne pensionato di Arbus (Sassari) ne è stato colpito per fortuna senza gravi conseguenze.
Che cosa chiedono gli esperti dell'ICG? Investimenti nell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari, test e individuazione rapida di epidemie, miglioramento della qualità e dell’accesso all’assistenza sanitaria e accelerazione della produzione aggiuntiva di dosi di vaccino orale contro il colera (OCV) a prezzi accessibili per prevenire meglio i casi.
Nel 2017, l’Oms ha lanciato una strategia globale per il controllo del colera dal nome suggestivo: «Ending Cholera: a global roadmap to 2030», con l’obiettivo di ridurre del 90% i decessi per colera. Di questo passo, però, più che un obiettivo rischia di diventare un miraggio.
Le scorte di vaccino
L’ICG gestisce le scorte globali di vaccini contro il colera. Del gruppo fanno parte la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, Medici Senza Frontiere, UNICEF e OMS. Gavi, la Vaccine Alliance, finanzia la scorta di vaccini e la consegna di OCV.
I membri dell’ICG chiedono ai governi, ai donatori, ai produttori di vaccini, ai partner e alle comunità di unirsi in uno sforzo urgente per fermare e invertire l’aumento del colera.
Casi in aumento
Il colera è in aumento a livello globale dal 2021, con 473mila casi segnalati all’OMS nel 2022, più del doppio di quelli segnalati nel 2021. I dati preliminari per il 2023 rivelano ulteriori aumenti, con oltre 700mila casi segnalati.
Molte epidemie hanno tassi di mortalità elevati, superiori alla soglia dell’1% utilizzata come indicatore per il trattamento precoce e adeguato dei pazienti affetti da colera.
Questa risalita dei numeri è ancora più drammatico, se si considera che il colera è una malattia prevenibile e curabile e che i casi erano in calo negli anni precedenti.
Che così il colera e come si trasmette
Il colera è un'infezione intestinale acuta a trasmissione oro-fecale che si diffonde attraverso cibo e acqua contaminati da feci contenenti il batterio Vibrio cholerae.
I cibi più a rischio per la trasmissione della malattia sono quelli crudi o poco cotti e, in particolare, i frutti di mare. Anche altri alimenti possono comunque fungere da veicolo.
L’aumento del colera è causato dalle persistenti lacune nell’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari.
Anche se in alcuni luoghi si stanno compiendo sforzi per colmare questo divario, in molti altri le disparità stanno crescendo, spinte da fattori legati al clima, dall’insicurezza economica, dai conflitti e dallo sfollamento della popolazione. L’acqua e i servizi igienico-sanitari gestiti in modo sicuro sono prerequisiti per fermare la trasmissione del colera.
Malatti endemica in molti Stati
I ricercatori hanno stimato che ogni anno ci sono da 1,3 a 4 milioni di casi di colera e da 21.000 a 143.000 decessi in tutto il mondo a causa del colera. La settima pandemia è ancora in corso: è iniziata nel 1961 in Asia meridionale, raggiungendo poi l’Africa nel 1971 e l’America nel 1991. Oggi la malattia è considerata endemica in molti Paesi e il batterio che la provoca non è ancora stato eliminato dall’ambiente.
I Paesi colpiti più gravemente
Attualmente, i paesi più gravemente colpiti includono la Repubblica Democratica del Congo, l’Etiopia, Haiti, la Somalia, il Sudan, la Siria, lo Zambia e lo Zimbabwe.
Secondo l'Oms, ora più che mai, occorre adottare una risposta multisettoriale per combattere il colera. I membri dell'ICG chiedono ai paesi attualmente e potenzialmente colpiti di adottare misure urgenti per garantire alle loro popolazioni l'accesso all'acqua pulita, ai servizi igienici e igienico-sanitari e alle informazioni fondamentali per prevenire la diffusione del colera.
La creazione di questi servizi richiede volontà politica e investimenti a livello nazionale. Ciò include la creazione di capacità di rilevamento e risposta tempestivi, un migliore rilevamento delle malattie, un accesso rapido al trattamento e alle cure e una stretta collaborazione con le comunità, anche sulla comunicazione del rischio e sul coinvolgimento della comunità.
La carenza nelle scorte globali dei vaccini
Il grave divario nel numero di dosi di vaccino disponibili, rispetto al livello di necessità attuale, esercita una pressione senza precedenti sulle scorte globali di vaccini. Tra il 2021 e il 2023 sono state richieste più dosi per la risposta all’epidemia rispetto all’intero decennio precedente.
Nell’ottobre 2022, la carenza di vaccini in corso ha reso necessario che l’ICG raccomandasse una singola dose di vaccino, rispetto a un precedente regime a due dosi di lunga data. Lo scorso anno sono state prodotte circa 36 milioni di dosi, mentre 14 paesi colpiti hanno registrato la necessità di 72 milioni di dosi per una strategia reattiva a dose singola. Queste richieste sottostimano la vera necessità.
Gli effetti: campagne vaccinali ritardate
Le campagne di vaccinazione preventiva hanno dovuto essere ritardate per preservare le dosi per gli sforzi di controllo dell’epidemia di emergenza, creando un circolo vizioso. Il cambiamento di strategia ha consentito ai vaccini disponibili di proteggere più persone e rispondere a più epidemie di colera in un contesto di carenza di forniture, ma un ritorno al regime a due dosi e la ripresa della vaccinazione preventiva fornirebbero una protezione più lunga.
Nel 2024, saranno prodotte 37-50 milioni di dosi
Si prevede che la capacità di produzione globale nel 2024 sarà di 37-50 milioni di dosi, ma probabilmente continuerà a essere inadeguata a soddisfare i bisogni di milioni di persone direttamente colpite dal colera. In base al report di ICG «solo EuBiologics (azienda biofarmaceutica di Seul, Corea del Sud), attualmente produce il vaccino; mentre l’azienda sta facendo tutto il possibile per massimizzare la produzione, sono necessarie più dosi. Attualmente non si prevede che nuovi produttori entrino nel mercato prima del 2025; devono essere accelerati. La stessa urgenza e innovazione che abbiamo visto per il Covid-19 deve essere applicata al colera».
L'appello
«Altri produttori che intendono entrare nel mercato devono accelerare i propri sforzi e rendere disponibili le dosi a prezzi accessibili.
Facciamo appello ai produttori di vaccini, ai governi, ai donatori e ai partner affinché diano priorità a un urgente aumento della produzione di vaccini e investano in tutti gli sforzi necessari per prevenire e controllare il colera».