Bonolis, Borghi, Mezzogiorno star dei 5000 ragazzi di Giffoni

diStefania Ulivi

Il fondatore: non solo festival di cinema e tv, puntiamo sulla produzione

La giovinezza vista da Paolo Sorrentino attraverso la lente del suo Parthenope, la favola ecologista d’animazione Ozi, prodotta da Leonardo DiCaprio, i nuovi divi spinti in acque libere dalla corrente formidabile di «Mare fuori», l’autopresentazione lunga 60 secondi di un veterano del piccolo schermo come Paolo Bonolis, quelli a suon di titoli e registi di Giovanna Mezzogiorno e Alessandro Borghi, la serialità che si ostina a leggere tra le righe delle nuove generazioni, da Tutto chiede salvezza firmata da Francesco Bruni per Netflix a Sul più bello, in arrivo su Prime direttamente dalla trilogia sempre con Ludovica Francesconi. La commozione di Claudia Pandolfi per la storia, vera, narrata ne Il ragazzo dai pantaloni rosa.

E, ancora, i politici che vengono a Giffoni Valle Piana per azzardare prove tecniche di comunicazione con gli elettori di domani, dai ministri Giorgetti e Abodi a Conte e Elly Schlein. I figli che fanno i conti con ferite che hanno segnato la storia d’Italia, come Giovanni Moro arrivato a tenere una masterclass su giovani e cittadinanza. I ticktoker e i maestri dei podcast. Un carico di campioni dello sport nell’anno delle Olimpiadi. Tutto si tiene a Giffoni 2024, l’edizione numero 54 di un evento che, da anni, non è più solo un festival ma ha l’ambizione di chiamarsi Experience che intende di incanalare in un’unica direzione suggestioni diverse e che si vanta di avere il patrocinio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

«L’illusione della distanza» è il tema di questa edizione, in programma fino al prossimo 28 luglio. Un tema declinato, appunto in forme e spazi differenti, «scelto — spiega l’ideatore e fondatore Claudio Gubitosi — per indicare i pericoli del senso di isolamento che si insinua nella vita delle nuove generazioni con la paura dell’altro, del diverso, del lontano, con l’inganno di sentirsi separati». Il collante sono sempre loro, i ragazzi, i giurati – quest’anno 5000 giurati da 33 Paesi del mondo, tra i piccolissimi di 3 anni fino a chi ha raggiunto la maggiore età, la maggior parte ospiti molto coccolati dalle famiglie locali.

Tra gli ospiti attesi in questi ultimi giorni, la comica Michela Giraud con la sua opera prima Flaminia, Lino Guanciale, Gaia Messerklinger, la Moana di « SuperSex», Jonathan Wang, produttore del collezionista di Oscar Everything Everywhere All at Once, Marco D’amore, pronto a dirigere il prequel di «Gomorra» su Pietro Savastano, Alessandra Mastronardi, Sara Drago, Gabriele Muccino, Valeria Golino.

«Ancora una volta questo luogo si dimostra essere una sorta di sistema Giffoni dove tutte le cose sono messe in ordine: cinema, serie tv, musica, storie di donne e di uomini, lo sport. Abbiamo più di cinquanta registi internazionali. Crescono gli spazi: due nuove grandi strutture, in arrivo una grande arena all’aperto con 5000 posti e un’altra sala da 650, che si aggiunge alle sei sale già attive».

Un’edizione di passaggio, anticipa. «Settembre sarà il mese in cui rivoluzioneremo quello che fino ad oggi abbiamo inteso come Giffoni. Anche attraverso una trasformazione giuridica per valorizzare il nostro essere un bene culturale pubblico». L’ambizione, non nasconde, è crescere. «In ambiti ancora di più diversi, soprattutto anche della produzione. Siamo pronti alle grandi sfide. Ma all’insegna della normalità. Quando parliamo di gioventù bisogna venire qui per capire che cos’è, è il posto dove si possono fare cose straordinarie che diventano normali».

Magari raccogliendo l’auspicio lanciato da Paolo Sorrentino, in collegamento web. «A voi ragazzi auguro di vivere il più possibile quei momenti in cui il presente accade e basta, in cui, come diceva Sandro Penna, si è talmente vivi che così vivi non si può. Una sensazione di amore, un presente che non ti mette più contro ai legami che il futuro costruisce».

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22 luglio 2024

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