Dl Pnrr, sì definitivo in Senato: cantieri, prolife nei consultori, medici e alloggi universitari, le misure del nuovo decreto
di Redazione Economia
È durato un anno il «ritorno» di Fabrizio Palenzona. Dalla presidenza della Fondazione Crt, da cui prometteva regie e manovre sulla scena finanziaria, si è dimesso ieri mattina. La sua visione su partite di rilevanza nazionale si è scontrata con quella degli organi collegiali. Il cda lunedì sera ha tolto la fiducia — 3 voti contro 4 — al segretario generale Andrea Varese e poi ha proceduto a nominare all’unanimità alcuni dei propri membri nelle partecipate mentre a reggere l’interim saranno la vicesegretaria Annapaola Venezia e il vicepresidente Maurizio Irrera.
Più locale e meno nazionale, più leggera sulle grandi partite finanziarie, l’ente torinese non sarà più quello di prima. Almeno sul fronte dell’attivismo che l’ha caratterizzato in questi ultimi anni e che ha accelerato con la presidenza Palenzona. Chi andrà a ricoprire il suo incarico dovrà tenere conto degli interessi e dei bisogni di Torino e del Piemonte, aree che stanno scontando una profonda crisi industriale e sociale. Ed è per questo che gli stakeholder locali — verso i quali il nuovo consiglio di indirizzo è molto orientato — sono già al lavoro per trovare una figura super partes. «Vino nuovo in botti nuove», è la metafora che usa una fonte. Il confronto tra il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, è già iniziato ed è altamente probabile che replichi il successo del rinnovo dei vertici in Compagnia di San Paolo. «Squadra che vince non si cambia», dice sempre la fonte. Il 7 maggio verrà convocato un consiglio di indirizzo per la verifica dei requisiti di eventuali candidati che verranno votati di qui a un mese, quindi verso il 20 maggio. Dopo la nomina del presidente toccherà all’elezione del nuovo segretario generale. Per il dopo Palenzona iniziano già a circolare i nomi dell’ex rettore del Politecnico Guido Saracco e del notaio Andrea Ganelli.
di Redazione Economia
La Fondazione, forte di 2,5 miliardi di patrimonio, però non si ferma, anzi si troverà già a fare i conti con una partita di rilievo che esce dai confini sabaudi: le nomine per il cda di Cassa depositi e prestiti. Uno dei tre membri, tra i quali il presidente, quest’anno spetta infatti a Crt. Sarà la prima prova in cui forse sarà abbandonata la politica muscolare che ha finora contraddistinto la strategia dell’ente torinese e che potrebbe sancire il nuovo corso più concentrato sul territorio. Finora questo tipo di approccio non si è dimostrato vincente. Mentre il tema Unicredit (di cui ha più del 2%) è ormai alle spalle ci sono alcuni fronti ancora aperti come quello in F2i dove il patto tra i soci, disdetto da Crt, affiancata in quella fase da Unicredit, non è ancora stato rinnovato. Anche l’Acri è ormai alle spalle con la vittoria di Giovanni Azzone di Cariplo mentre tra un anno toccherà alle Generali quando andrà a rinnovo il board. Oggi si terrà l’assemblea del Leone di cui Crt, come annunciò Palenzona, ha il 2%. Una quota arrotondata dopo la vendita delle azioni Banco Bpm. Sarà un primo test. E già dal deposito o meno delle azioni si percepiranno le intenzioni dei maggiori soci del Leone, come il gruppo Caltagirone che non ha depositato le azioni.
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